
Pesaro – EveryOne Group, organizzazione internazionale per i diritti umani, l’ambiente e la cultura, promuove attraverso il suo co-presidente Roberto Malini un nuovo appello alla Soprintendenza delle Marche, al Comune di Gabicce Mare e al Ministero della Cultura per fermare l’alienazione della ex Scuola Elementare di Gabicce Monte, provvedendo al restauro architettonico e alla valorizzazione culturale dell’edificio.
La ex Scuola di Gabicce Monte, che alcuni cittadini chiamano “Casa rossa”, è un esempio emblematico di architettura civile rinascimentale nel cuore del borgo. Edificata nel tardo Rinascimento, forse su pianta medievale, e modificata nei secoli successivi, conserva ancora oggi una struttura solida e caratteristica. In una cartolina storica risalente ai primi anni del Novecento la sua struttura muraria appare in mattoni a vista, con un’elegante facciata in laterizio. I portali ad arco ribassato, tipici degli edifici di rappresentanza, regalano all’architettura un’immagine aristocratica e ci si chiede cosa riportasse l’insegna metallica ovale che era fissata al muro, tra le finestre del primo piano: “Regie Scuole Elementari” si può immaginare.
L’edificio ha rappresentato per oltre un secolo non solo un luogo di educazione e aggregazione per la comunità locale, ma anche un riferimento iconografico, come dimostra la cura da parte del fotografo dell’epoca nel rappresentare l’edificio in un contesto animato, con la presenza di cittadini in abiti tipici.
«Gabicce è un luogo eccellente – afferma Roberto Malini – dove il litorale adriatico, il Parco del San Bartolo e i verdi colli marchigiani si fondono in un unico, straordinario paesaggio. Tuttavia, la bellezza naturale rischia di far dimenticare la ricchezza storica del borgo, dalle sue origini romane alle vicende medievali legate alla chiesa di Sant’Ermete e al castello. La ex Scuola, con la sua struttura rinascimentale e la storia di luogo educativo, è l’architettura monumentale civile che rappresenta al meglio l’identità del borgo. Per questo motivo, la cittadinanza si è mobilitata per chiedere il riconoscimento del suo valore culturale».
Dopo aver ascoltato le opinioni e le idee di tanti gabiccesi, EveryOne propone di destinare l’antico edificio a uso culturale, trasformandolo in un “Museo delle Gabicce”, sul modello del Museo d’Arte Rubini Vesin di Gradara. Questa scelta permetterebbe di salvaguardare l’identità storica del borgo, mantenendo l’edificio come spazio pubblico, valorizzandone le radici culturali locali – attraverso mostre tematiche e laboratori didattici -, incentivandone il turismo culturale. Si creerebbe così un punto di riferimento per cittadini e visitatori, promuovendo contemporaneamente la partecipazione comunitaria e coinvolgendo le associazioni locali, con i loro progetti di cultura, arte, artigianato ed educazione.
EveryOne Group suggerisce un restauro filologico che riporti alla luce gli elementi originari dell’edificio, a partire dalla rimozione dell’intonaco moderno, per far riemergere i mattoni a vista. Quindi si dovrebbero ripristinare integralmente o parzialmente i portali in pietra levigata, con interventi di pulizia e restauro, provvedendo inoltre al rinforzo dei marcapiani, per evidenziare la struttura rinascimentale. Altri particolari, di cui è competente la Soprintendenza, potrebbero essere l’eventuale rinvenimento in un magazzino comunale dell’insegna risalente a oltre un secolo fa e la sostituzione degli infissi moderni con modelli coerenti con lo stile d’epoca. «Sarà molto importante – prosegue Malini – recuperare filologicamente l’iscrizione originale sulla facciata, che ricorda i caduti della Grande Guerra e riveste una valenza simbolica di memoria per tutta la comunità locale».
La scelta di alienare un edificio di così grande valore storico e simbolico appare inaccettabile tanto alla gente del posto quanto agli studiosi. La ex Scuola non è solo una struttura architettonica, ma un bene comune, un luogo di memoria collettiva che deve essere tutelato per le generazioni future.
«Dopo decenni di indifferenza verso questo patrimonio – conclude Malini – chiediamo un atto di responsabilità: preservare l’antica architettura di via Roma e valorizzarla come centro museale e culturale, per restituire al borgo la sua identità storica e promuovere la cultura locale».