LOTTA AL CAPORALATO: DOMANI POMERIGGIO EVENTO ALLA CASA DELLE CULTURE E DEL VOLONTARIATO DI CALTANISSETTA

Previsti gli interventi di Claudio Fava (Pres. Commissione antimafia Ars), Chiara Armenia (Prefetto di Caltanissetta), Abdelkarim Hannachi (redattore Dossier Statistico Immigrazione IDOS) Salvatore Patrì (Avvocato della famiglia Siddique) e Filippo Maritato (Presidente del MOVI).

Sarà effettuata la proiezione del reportage “IL SILENZIO DEL SUDORE”, il documentario di Elia Miccichè che prende spunto dall’efferata uccisione di Adnan Siddique per svelare un sistema criminale attorno al fenomeno del caporalato a Caltanissetta e nei comprensori limitrofi.

Domani venerdì, a partire dalle ore 18.30, presso la Casa delle Culture e del Volontariato “Letizia Colajanni” di Caltanissetta si terrà la conferenza sul caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, seguita dalla proiezione del reportage “IL SILENZIO DEL SUDORE” – diretto da Elia Miccichè e prodotto dalla Scuola Nazionale di Cinema, sede Abruzzo del Centro Sperimentale di Cinematografia – che prende spunto dall’efferata uccisione di Adnan Siddique, avvenuta due anni fa proprio a Caltanissetta, per svelare un sistema criminale attorno al fenomeno in questione.

L’evento vedrà gli autorevoli interventi – tra gli altri – di Claudio Fava (Pres. Commissione d’inchiesta sul fenomeno della mafia – Ars), Chiara Armenia (Prefetto di Caltanissetta), Abdelkarim Hannachi (redattore regionale Dossier Statistico Immigrazione IDOS), Salvatore Patrì (Avvocato della famiglia Siddique) e Filippo Maritato (Presidente del MOVI nisseno). L’incontro, moderato dal reporter Antonio Turco, è stato organizzato dal MO.V.I. Movimento del Volontariato Italiano, dall’AUSER e dall’Associazione “Il circo pace e bene”, con il sostegno del CE.S.VO.P. (Centro Servizi Volontariato di Palermo), in occasione del secondo anniversario del barbaro omicidio di Adnan Siddique, cittadino nisseno di origine pakistana di 32 anni, assassinato a coltellate la sera del 3 giugno 2020 per essersi fatto portavoce – con varie denunce presentare alle forze di polizia – di alcuni braccianti connazionali vittime di caporalato.