
Sfilati in tanti al Gay Pride della Toscana a Prato. La massa fa la ragione? Questa è la filosofia degli organizzatori di questa manifestazione, dopo aver vietato ad un gruppo Lgbtq+ ebraico, Kasher Europa, di sfilare con la propria bandiera che ha anche la stella di David.
Leggiamo che “La marea arcobaleno che ha invaso la città è la risposta migliore che la comunità queer toscana potesse dare a chi semina odio e ostacola il cammino dei diritti”, dedicando l’evento “a fratelli e sorelle ungheresi che sfideranno il divieto imposto da Orbán e al popolo palestinese”.
Non sappiamo se questi organizzatori saranno come noi a Budapest fra qualche giorno ma… cosa c’entra il popolo palestinese, ché se le cosiddette autorità istituzionali della Striscia di Gaza potessero avere fra le mani uno dei manifestanti pratesi, come minimo (per non usare termini triviali) lo sgozzerebbero. Certo, per alcuni violenza e imprevedibilità fanno parte del gioco ma, insomma, ci sarà pure un limite…. e non si capisce perché si debba essere dalla parte dell’esaltazione della violenza.
Non siamo disinformati, comprendiamo che gli organizzatori di questo evento lo considerano parte integrante delle proprie ideologie, al di sopra dei motivi – libertà individuale e sessuale – per i quali hanno convocato la manifestazione. Ideologie in cui l’ebreo, colpevole di aver ucciso il Cristo, deve essere fatto fuori. Antisemitismo. E, ovviamente, anche antisionismo, pur se, nel nostro caso, non si trattava di una bandiera israeliana ma “solo” della stella di David… per capire, quella che nazisti e fascisti mettevano sul petto di quelli che mandavano a bruciare ad Auschwitz.
Ma, dicono gli organizzatori che le tante migliaia che hanno sfilato hanno dato ragione alla loro gestione. La massa ha quindi ragione? Il “proprio popolo”, come direbbero alcuni? La storia ci insegna il contrario, ché non sono le masse ad aver ragione ma gli elettori (facendo la tara su chi li manipola, così come il cosiddetto governo palestinese di Hamas a Gaza che non convoca elezioni da trenta anni).
Interviste ad alcuni nella massa di sfilanti. “Palestina libera dal fiume al mare”.. sai cosa vuol dire? “No”. Spiegato. “Ah, non lo sapevo”. “Questi lgbtq+ ebrei che vogliono sfilare con noi… è perché nel loro Paese non è consentito”. A parte che il “loro” Paese è l’Italia e non Israele, ma “forse non sai che il regime israeliano è simile al nostro, ché noi abbiamo il cattolicesimo in Costituzione e loro hanno l’ebraismo, e ognuno è libero di fare come crede, e i Gay Pride a Tel Aviv sono molto partecipati.”. “Ah, non lo sapevo”. etc etc fino a “Perchè, travestito con abiti femminili porti la bandiera palestinese?” “Ah, non lo so, ma più persone mi guardano e mi battono le mani”.
Insomma, crediamo che, nonostante e grazie ai Vannacci (il generale eurodeputato) diffusi, l’orgoglio Lgbtq+ è in questo modo solo conformismo. La libertà sessuale è una scelta individuale che è difficile che trovi espressione con chi impedisce a qualcuno di esserci per quello che è.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc