Le università chiedono ai leader del G7 di collaborare per eliminare le barriere e aumentare l’accesso all’istruzione a livello globale

In un periodo di rapidi cambiamenti e di crescente instabilità geopolitica, i membri dell’U7+ Alliance of World Universities stanno lavorando insieme per affrontare le sfide legate all’accesso all’istruzione, al fine di rafforzare i network e continuare a costruire la capacità globale di affrontare alcuni dei problemi più urgenti della società.  

Mentre il G7 si prepara alla riunione di giugno in Puglia, più di 80 leader universitari provenienti da 18 Paesi si sono incontrati questa settimana all’Università Bocconi e hanno chiesto ai leader del G7 di lavorare con loro per sostenere un maggiore accesso globale all’istruzione superiore come mezzo per migliorare l’inclusione, costruire la prossima generazione di leader e contribuire a società stabili e fiorenti.

“Crediamo che il sostegno allo sviluppo continuo di un settore dell’istruzione superiore forte, che fornisca un accesso equo a un’istruzione di qualità, debba essere fatto in collaborazione con i governi”, si legge in una dichiarazione dell’Alleanza U7+. Nel documento si afferma che ciò dovrebbe essere affrontato con l’obiettivo di “trasformare le vite individuali, guidare la crescita economica e lo sviluppo globale e, in ultima analisi, fornire opportunità alle comunità di tutto il mondo per raggiungere il benessere e la prosperità”.

“Le università svolgono un ruolo cruciale in ciascuna delle nostre comunità e in tutto il mondo per promuovere la prosperità e lo sviluppo. Abbiamo la responsabilità di ridurre le barriere all’istruzione superiore, in collaborazione con altre università e attraverso la cooperazione con organizzazioni multilaterali come il G7”, ha dichiarato Meric Gertler, presidente dell’Università di Toronto e chair dell’Alleanza U7+.

I presidenti di 46 università U7+ si sono impegnati formalmente tramite il 2024 U7+ Statement on Global Access to Higher Education, consegnato l’11 aprile ad Anna Maria Bernini, Ministra italiana dell’Università e della Ricerca, in rappresentanza del governo italiano che quest’anno ospita il G7.

Il Presidential Summit U7+ è l’incontro annuale dell’Alleanza U7+, la prima coalizione di presidenti di università provenienti da Europa, Asia, Nord America, Sud America, Africa e Australia, dedicato alla definizione di azioni concrete e collettive che le università possono intraprendere per affrontare le sfide globali, in coordinamento con i leader governativi dei Paesi del G7 e non solo. La riunione inaugurale dell’Alleanza è stata ospitata da Sciences Po a Parigi nel 2019, con il sostegno del presidente francese Emmanuel Macron. L’Università di Toronto presiede attualmente il Presidential Steering Committee, i cui membri comprendono anche l’Università Bocconi, la

Georgetown University, la Keio University, l’Università di Montréal, l’Università di Ibadan e l’Università di Mannheim. La Northwestern University è la sede del Segretariato dell’Alleanza.

Al Vertice di questa settimana, intitolato ‘Inclusive Education for Inclusive Societies’, i membri dell’Alleanza U7+ hanno riconosciuto che l’accesso equo all’istruzione superiore rappresenta una sfida all’interno delle singole istituzioni, tra di esse e tra le regioni del mondo. Si sono impegnati a lavorare all’interno delle loro istituzioni e tra di esse per sostenere l’accesso all’istruzione superiore in tutte le fasi del percorso accademico, dall’ammissione alla laurea, promuovendo anche una cultura inclusiva e di sostegno nei propri campus, dove tutti gli studenti, i docenti e il personale possano prosperare.

“Il mondo ha bisogno di università che risolvano le sfide più immediate, ma che lavorino al contempo a beneficio delle generazioni future”, ha dichiarato Francesco Billari, rettore dell’Università Bocconi. “Una strategia concreta che possiamo adottare è quella di lavorare con i Paesi del G7 per sostenere la facilità di mobilità di studenti e studiosi, riducendo l’onere dei visti e assicurando che i rifugiati in fuga da persecuzioni e violenze possano condividere il coinvolgimento in termini di didattica, ricerca e comunità che le università offrono”.

Nella dichiarazione, i presidenti delle università U7+ hanno chiesto l’impegno e la collaborazione del G7 in quattro aree chiave, tra cui la continua attenzione allo sviluppo di sistemi d’istruzione di alta qualità e inclusivi, dall’istruzione primaria fino all’istruzione superiore, il sostegno agli investimenti nell’istruzione superiore nei Paesi a basso e medio reddito, la fornitura di fondi per sostenere gli studenti delle comunità emarginate a livello locale e globale e il sostegno e priorità ai visti per gli studenti e gli studiosi che fuggono da regimi oppressivi, conflitti armati o minacce di conflitto.

Queste richieste di impegno da parte del G7 si allineano con gli obiettivi della Presidenza del G7 2024, dove il Governo italiano osserva che “il rapporto con i Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti sarà centrale. L’impegno con l’Africa sarà una priorità fondamentale. Lavoreremo per costruire un modello di cooperazione basato su partenariati reciprocamente vantaggiosi, lontano da logiche paternalistiche o predatorie”. Questa portata globale si rispecchia nello Statement U7+ 2024 sull’accesso all’istruzione superiore, che evidenzia le iniziative di collaborazione che combinano un migliore accesso all’istruzione per le comunità emarginate e per gli studenti e gli studiosi a rischio, con l’impegno a collaborare per rafforzare la capacità locale di istruzione superiore a livello globale. Tra queste figurano gli University Corridors for Refugees – UNICORE 6.0 e l’Africa Charter for Transformative Research Collaborations.

“Le università devono collaborare a livello locale e globale per promuovere lo sviluppo dei talenti e mitigare la fuga dei cervelli”, ha dichiarato Daya Reddy, vicerettore ad interim dell’Università di Città del Capo. “Sostenendo iniziative come l’Africa Charter, i membri dell’U7+ stanno abbracciando il quadro di riferimento di cui abbiamo bisogno per rafforzare i partenariati tra Africa e Nord del mondo nella produzione di conoscenza e per lavorare a partenariati universitari più equi”.