LAZIO, AUMENTA RICHIESTA ASSISTENZA ANZIANI: SOLO 120 POSTI LETTO OGNI 10.000 ANZIANI

Con l’invecchiamento della popolazione continua ad aumentare la richiesta di assistenza sanitaria agli anziani anche per l’impatto della pandemia. Un fenomeno che interessa tutto il Paese ma che nel Lazio si presenta in modo più critico a causa della carenza di posti letto nelle strutture per anziani e di percorsi dedicati ai più fragili.

Con circa 650 mila over 65 con almeno due malattie croniche, oltre 230mila anziani non autosufficienti e solo 120 posti letto ogni 10 mila anziani, nel Lazio l’obiettivo è di andare al più presto verso una riorganizzazione dei processi di cura, creando per le patologie croniche una ‘rete’ di percorsi di diagnosi e terapia, in modo da ottimizzare l’efficacia delle cure. Lo scopo è quello di aggiornare i modelli assistenziali tradizionali che appaiono non idonei a garantire i migliori standard di terapia soprattutto nei pazienti più fragili. Infatti, continuano ad essere numerosi e inappropriato gli accessi al pronto soccorso  e i ricoveri, focalizzati sulla gestione della patologia acuta ma che trascurano i bisogni cronici che caratterizzano i pazienti anziani. Se ne discuterà il 30 settembre – 1 ottobre al Congresso regionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) Lazio presso l’Ospedale Santo Spirito di Roma. Particolare attenzione sarà rivolta alla prevenzione e soprattutto alla valorizzazione del ruolo dei badanti e dei caregiver famigliari.

“Nel Lazio i presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari attivi dal 2016 sono 967. L’offerta regionale è tuttavia inferiore a quella nazionale: ci sono 1,6 presidi ogni 10 mila abitanti, contro una media nazionale di 2,1 per 10 mila residenti – evidenzia Simone Scarlata, presidente della SIGG Lazio, medico dell’UOC di Gerontologia, Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e professore associato di Medicina interna, Università Campus Bio-Medico di Roma -. “La regione offre in totale 25.110 posti letto che rappresentano il 6 per cento di quelli disponibili in Italia. La disponibilità di posti letto per anziani è di 120 per 10 mila residenti oltre i 65 anni d’età, mentre in Italia risultano circa 222. Nonostante stia aumentando la richiesta di assistenza agli over 65 con l’invecchiamento della popolazione e per l’eredità lasciata dalla pandemia, nel Lazio la percentuale attuale di posti letto dedicati agli over 65 è ferma al 2016. Stando ai recenti dati del Ministero della Salute, non va meglio per quanto riguarda l’assistenza domiciliare integrata (ADI). La percentuale di pazienti assistiti è del 4% per gli over 65 contro il 5,7% della media nazionale”. 

“Un terzo dei pazienti anziani dopo la degenza ospedaliera non è più in grado di camminare, la prevalenza di stato confusionale acuto raggiunge il 60-70% tra i più fragili con il rischio di contrarre infezioni antibiotico-resistenti che aumenta esponenzialmente con il protrarsi del ricovero – aggiunge Francesco Landi presidente nazionale SIGG e direttore UOC Medicina Interna Geriatrica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, docente di Medicina Interna e Geriatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma -. L’assistenza ospedaliera non riesce spesso a garantire il mantenimento o il recupero funzionale dei pazienti dopo il ricovero che, nonostante la guarigione dall’evento acuto restano in uno stato di limitazione funzionale e perdita di autonomia che non viene più ripristinato”. 

Spesso inoltre poca attenzione è rivolta al carico assistenziale lasciato sulle spalle dei famigliari dei pazienti e dei badanti. “In Italia non esiste ancora una legge nazionale in materia e sono oltre 8,5 milioni le persone che si occupano di assistere chi ne ha bisogno. Nel Lazio – continua Scarlata – si stima che siano oltre 150 mila i badanti tra regolari e irregolari ma va evidenziato che la nostra Regione ha destinato 6 milioni di euro a sostegno degli assistenti famigliari. Tanti ancora, dunque, i nodi da sciogliere nell’assistenza sanitaria agli anziani fragili multicronici. Questi dati dovrebbero far riflettere sulla capacità della nostra Regione di gestire una strategia lungimirante sul fronte della sanità futura che non potrà non tener conto anche dell’impatto della pandemia che ha reso ancora più discontinua e frammentaria la cura delle cronicità”.

Su tutti questi fronti il direttivo regionale della SIGG Lazio si è impegnato nell’ultimo  triennio: promuovendo regolarmente eventi formativi dall’elevatissimo profilo scientifico e politiche di sensibilizzazione sociale sulla figura del caregiver. “Lo sforzo della comunità geriatrica riunita a congresso sarà quello di proporre nuovi modelli di formazione e crescita culturale per le nuove generazioni di specialisti, frutto del confronto interdisciplinare e dello scambio reciproco di conoscenze tra le differenti branche mediche”conclude Landi.