L’accorato appello di De Luca (M5S) a un governo che sta affossando la Sicilia con zero fatti e mille scandali e clientele

Palermo – “In nome di Dio andatevene”. Con questa frase di Oliver Cromwell che nel 1653 sciolse un Parlamento inglese corrotto, inconcludente e aggrappato ai propri privilegi, il capogruppo M5S all’Ars Antonio De Luca ha concluso il suo discorso in relazione alla mozione di sfiducia a Schifani per illustrare alcuni dei “mille motivi che dovrebbero spingere il presidente della Regione a dimettersi”.

“Ci sarebbero voluti giorni – ha detto De Luca – per illustrare tutte le motivazioni che dovrebbero indurre il Parlamento a mettere la pietra tombale su questa legislatura inefficace, inconcludente, costellata da scandali, indagati e imputati e sicuramente una delle peggiori della nostra storia. Ho dovuto fare una grossa scrematura, ma le cose che avrei potuto e voluto dire erano tantissime. Ho avuto solo l’imbarazzo della scelta per selezionare le cose peggiori fatte dal governo e dalla sua maggioranza”.

“Per alcuni – ha detto De Luca – questa mozione è inutile, visto che non dovrebbero esserci i numeri per farla approvare. Dissento in modo categorico. A parte il fatto che questa mozione è un atto dovuto: una reazione etica obbligata di fronte a un governo che si distingue per inefficacia e inefficienza, travolto da scandali in serie, delegittimato dalle inchieste della Procura e pronto a sciogliersi come neve al sole a ogni richiesta di voto segreto, questa mozione un risultato lo ha già ottenuto: è riuscita, presidente, a farle ritrovare la strada per Sala d’Ercole che aveva smarrito da mesi nonostante le nostre reiterate richieste e le sue promesse di presenziare a una seduta d’aula speciale sul disastro sanità. Altro che parlamentarista convinto, lei è solo convinto di essere un parlamentarista, che è cosa molto diversa”.

De Luca ha inanellato una dietro l’altra alcune delle tante note negative di questo governo e della sua maggioranza: dal grosso numero di indagati e imputati, al record negativo della sanità, che recentemente il Gimbe ha collocato al penultimo posto tra le regioni italiane, al disastro della rete ospedaliera, a quello delle dighe colabrodo e della siccità perenne, al disastro delle campagne antincendio, dei trasporti marittimi e delle scuole a pezzi, dei disabili abbandonati a se stessi.

“Visto che lei – ha detto De Luca a Schifani – è amante dei premi, a tal punto da autoattribuirsene uno a spese dei siciliani, uno glielo assegno io. La nomino ambasciatore dei proclami fasulli, considerato che finora solo questo ha fatto, a partire dall’annuncio dell’azzeramento delle liste d’attesa fatto un anno e mezzo fa e purtroppo ancora oggi più vive che mai, alla lotta contro la raccomandocrazia che lei affermò essere una delle principali scommesse del suo governo, cosa che il caso Cuffaro, solo per fare un esempio, ha clamorosamente smentito”.