“LA PENA E LA SPERANZA: IL CARCERE RESTITUISCE AI CITTADINI?” E DOCUFILM “DUSTUR”

FESTIVAL DELL’ACCOGLIENZA 2025: A PALAZZO BAROLO, IL 21 OTTOBRE, DOPPIO APPUNTAMENTO CON L’INCONTRO “LA PENA E LA SPERANZA: IL CARCERE RESTITUISCE AI CITTADINI?” E LA PROIEZIONE DEL DOCUFILM “DUSTUR”
Al dibattito “La pena e la speranza”, alle 17.45, sono previsti interventi di Francesco Paolo Sisto (viceministro alla Giustizia), Elena Lombardi Vallauri (direttore del penitenziario Lorusso e Cutugno), Mauro Palma (ex Garante nazionale dei detenuti) e Francesco Gianfrotta (ex giudice).

L’edizione 2025 del Festival dell’Accoglienza – la kermesse organizzata da Arcidiocesi di Torino, Pastorale diocesana Migranti e Associazione Generazioni Migranti – fa tappa anche quest’anno a Palazzo Barolo (via delle Orfane 7/a) con un doppio appuntamento nel pomeriggio di martedì 21 ottobre.

Alle ore 17.45 obiettivo puntato sul tema “La pena e la speranza: il carcere restituisce ai cittadini?”. Nella nostra società è possibile pensare alla detenzione come parte di un processo di restituzione alla comunità? E’ la domanda a cui, nel corso dell’incontro moderato dalla giornalista Cristina Zagaria, sono chiamati a rispondere il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo SistoElena Lombardi Vallauri, direttore del penitenziario Lorusso e Cutugno, l’ex Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, e l’ex giudice Francesco Gianfrotta.

“L’incontro – spiega  Sergio Durando, referente della Pastorale dei Migranti e organizzatore del Festival  senza ignorare i problemi del sistema penitenziario nel suo complesso, vuol essere un dialogo tra rappresentanti delle istituzioni, esperti e magistrati su che cosa può fare il carcere: cioè se può essere o no un luogo dove educare, accompagnare, rigenerare, accogliere storie spezzate, creare percorsi di responsabilità per costruire un futuro che, una volta scontata la pensa, possa consentire di essere e sentirsi pienamente reintegrati nella società delle persone libere”._

“Nel solco del tema guida del Festival, “La speranza è una radice” – aggiunge Durando – l’obiettivo del confronto è inoltre quello di esplorare la possibilità che anche “dentro” il carcere si possa coltivare libertà: non come assenza di mura, ma come speranza, opportunità e cammino verso quella meta di libertà, anche fisica, da vivere pienamente e consapevolmente quando verrà il momento di poterlo fare. Anche perché – sottolinea il referente della Pastorale dei Migranti –  ogni pena, se non è vendetta, è impegno civile per una Giustizia che cura e costruisce relazioni”.

L’incontro “La pena e la speranza: il carcere restituisce ai cittadini?” è preceduto, alle ore 15.30, sempre a Palazzo Barolo, dalla proiezione del docufilm “Dustur”, una parola araba che significa Costituzione. Nella pellicola è raccontata una vicenda che tra i protagonisti ha proprio la Carta costituzionale del nostro Paese, oggetto di un corso tenuto da alcuni volontari laici e da religiosi per detenuti, per lo più musulmani. Tra di loro vi è Bannak Samad, ex recluso marocchino che sta iniziando una nuova vita, divisa tra il lavoro e gli studi universitari. Girato nel penitenziario Dozza di Bologna, il docufilm narra di un percorso che intreccia attesa, libertà e desiderio di un futuro possibile.

Con la proiezione previsti gli interventi del protagonista, Bannak Samad, e di Wally Falchi, responsabile del Centro di ascolto “Le due tuniche” della Caritas diocesana torinese.

Il doppio appuntamento a Palazzo Barolo è organizzato in collaborazione con Opera Barolo, Festival Women & the City e Festival LiberAzioni.