Istat: Il mercato del lavoro – III trimestre 2025

Nel terzo trimestre 2025, l’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate di Contabilità Nazionale) è aumentato dello 0,7% in termini congiunturali e del 2% in termini tendenziali.
Il numero di occupati, stimato dalla Rilevazione sulle forze di lavoro al netto degli effetti stagionali, è in lieve calo rispetto al trimestre precedente, attestandosi a 24 milioni 102 mila (-45 mila, -0,2%); alla diminuzione dei dipendenti a termine (-51 mila, -2,0%) e alla stabilità di quelli a tempo indeterminato si contrappone la crescita del numero di indipendenti (+14 mila, +0,3%). Il tasso di occupazione è pari al 62,5%, (-0,1 punti), risultando in
calo per gli uomini, i giovani e nelle regioni centro-settentrionali, stabile per le donne, i 35-49enni e nel Mezzogiorno, e in crescita soltanto per i 50-64enni. Il tasso di disoccupazione scende al 6,1% (-0,2 punti) e quello di inattività sale al 33,3% (+0,3 punti).

Nelle imprese dell’industria e dei servizi le posizioni lavorative dipendenti, al netto degli effetti stagionali, crescono di 0,4% rispetto al trimestre precedente, stessa crescita per i full time e leggermente inferiore per i part time (+0,2%). Nel confronto tendenziale, le posizioni lavorative crescono dell’1,6%, con una dinamica più intensa nella componente full time (+1,7%) rispetto a quella part time (+1,3%). Al netto della stagionalità, la quota delle
posizioni a tempo parziale sul totale delle posizioni registra una lieve flessione rispetto al trimestre precedente (-0,1 punti percentuali) attestandosi a 28,8%; l’incidenza della componente dei part time si riduce della stessa intensità anche su base annua.

Le ore lavorate per dipendente aumentano sia rispetto al trimestre precedente (+1,0%) sia in confronto al terzo trimestre 2024 (+1,3%). Le ore di cassa integrazione (Cig) diminuiscono in termini tendenziali di 1,5 ore ogni mille ore lavorate. Prosegue dal trimestre precedente, anche se in deciso rallentamento, il calo delle posizioni in somministrazione, sia su base congiunturale (-0,1%) sia nel confronto tendenziale (-1,9%). Il lavoro intermittente, invece, mantiene una dinamica in crescita da dodici trimestri, più lieve nel confronto congiunturale (+0,5%) e più sostenuta su
base annua (+6,0%).

L’indice destagionalizzato del costo del lavoro per Ula aumenta dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, a seguito della crescita sia della componente retributiva sia dei contributi sociali (+0,7% e +1,2%, rispettivamente). Su base annua l’aumento del costo del lavoro è del 3,3%, per effetto della crescita delle retribuzioni (+2,8%) e, soprattutto, dei contributi sociali (+4,8%).

Il tasso di posti vacanti, pari all’1,8%, aumenta di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e diminuisce di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2024.
Nella Nota metodologica sono riportati gli intervalli di confidenza delle stime campionarie dei principali indicatori non destagionalizzati sull’offerta di lavoro e di alcuni indicatori sulla domanda di lavoro.

Occupati, disoccupati, inattivi

(dati non destagionalizzati)

Nel terzo trimestre 2025 il numero di occupati resta sostanzialmente invariato su base tendenziale, dopo diciassette trimestri di crescita ininterrotta, attestandosi a 24 milioni 123 mila unità; anche il tasso di occupazione delle persone tra i 15 e i 64 anni, pari a 62,5%, rimane stabile in confronto al terzo trimestre 2024, sintesi di un aumento nel Mezzogiorno e tra gli over 35 e di una diminuzione nel Centro-Nord e tra i 15-34enni.

Prosegue – con minore intensità rispetto ai trimestri precedenti – la crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+121 mila, +0,7% in un anno) e degli indipendenti (+114 mila, +2,2%) che compensa la riduzione dei dipendenti a termine (-241 mila, -8,6%); l’aumento degli occupati a tempo pieno (+301 mila, +1,5%) bilancia il calo di quelli a tempo parziale (-308 mila, -7,6%).