Istat: consumatori e imprese, giù la fiducia

Panettone

A maggio l’Istat segnala un netto calo della fiducia dei consumatori, passata da 116,9 a 113,7, mentre quella delle imprese scende di poco, da 105 a 104,7 (nei servizi da 106,4 a 106, commercio al dettaglio in controtendenza da 97,6 a 99,8).

A maggio il clima di fiducia dei consumatori segna un “marcato” calo:. Lo rileva l’Istat.
E’ il livello più basso da settembre. Sul ribasso, che “interrompe la sostanziale tenuta” dei primi mesi 2018, pesano molto “le attese sulla situazione economica del Paese, fortemente peggiorate”. Anche per le imprese si stima “una flessione, ma di lieve entità, da 105 a 104,7“, che comunque porta al minimo da febbraio 2017.
Vanno giù i servizi e le costruzioni, stabile la manifattura, in rialzo il commercio al dettaglio. L’evoluzione negativa dell’indicatore di fiducia dei consumatori riflette dinamiche sfavorevoli di tutte le componenti ma con differenti intensità: il clima personale e quello corrente passano da 108 a 107,7 e da 114 a 112,4 rispettivamente; il clima economico diminuisce da 141,8 a 132,6 e quello futuro passa da 121,1 a 116,5, mostrando quindi flessioni più marcate.
Con riferimento alle imprese, il clima di fiducia diminuisce nel settore delle costruzioni (da 135,2 a 134,1), in quello dei servizi (da 106,4 a 106) e rimane stabile nella manifattura (a quota 107,7); invece, nel commercio al dettaglio si stima un aumento dell’indicatore (da 97,6 a 99,8).
A livello settoriale, nel comparto manifatturiero migliorano i giudizi sugli ordini mentre le attese sulla produzione sono in calo; il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino aumenta leggermente.
Nelle costruzioni si stima un diffuso miglioramento dei giudizi sugli ordini a cui si uniscono stime in calo per le aspettative sull’occupazione.
Per quanto riguarda i servizi, l’evoluzione negativa dell’indice di fiducia riflette un peggioramento sia dei giudizi sia delle attese sugli ordini; i giudizi sull’andamento degli affari sono invece in miglioramento. Passando al commercio al dettaglio, si segnala che i giudizi sulle vendite sono in peggioramento ma si stima un aumento delle aspettative sulle vendite future. Le scorte di magazzino sono giudicate in decumulo.