Ingegneri Catania, celebrati Anniversari di laurea al teatro Massimo Bellini

CATANIA – Un momento di unione e condivisione che ha rinsaldato il legame degli ingegneri catanesi; un evento che ha rafforzato i valori identitari della categoria; un’occasione per fare rete, promuovere la centralità della professione e analizzare lo scenario odierno alla presenza delle istituzioni e del presidente nazionale CNI Armando Zambrano. Ieri – domenica 23 maggio – al Teatro Massimo Bellini di Catania si è svolta la Cerimonia degli Anniversari di Laurea dell’Ordine etneo che, dopo la pausa dettata dal Covid, ha riunito in presenza oltre 600 invitati per una premiazione che si è mossa tra passato e futuro, ricordi e nuove prospettive, emozioni e spunti riflessivi per rilanciare una professione in continua evoluzione.

 

Sul palco il presidente del capoluogo etneo Mauro Scaccianoce – accompagnato dalla giornalista Flaminia Belfiore – che ha aperto rimarcando il ruolo degli ingegneri sul territorio: «Celebriamo una ricorrenza alla quale noi ingegneri siamo molto legati – ha detto Scaccianoce – perché dà il senso delle radici profondissime che ci sorreggono ancora oggi. Il luogo che ci accoglie – e ringrazio il sovrintendente Giovanni Cultrera, che ha permesso che tutto ciò potesse avvenire – è una cornice perfetta per noi ingegneri e per la mission che ciascuno di noi ha perseguito con forza abbracciando questa professione. Tutti abbiamo avvertito forte, sin dai primi anni dei nostri studi, il desiderio di lasciare una traccia del nostro saper fare. L’ingegneria” si sceglie per autentica vocazione: non è solo una questione di opportunità professionali o di predisposizione verso le materie scientifiche, la logica o il pensiero razionale. Diventare ingegneri rappresenta la volontà di creare, progettare e realizzare opere, oggetti, apparati, sistemi informatici innovativi, proprio per lasciare un segno con l’ambizione di migliorare la vita delle persone. Ecco, io penso che la ricorrenza dell’anniversario di laurea sia il momento in cui viene rinsaldato il senso di appartenenza di una categoria ancora orgogliosa delle proprie competenze. Nell’arco di venti, trenta, quaranta anni e oltre, il nostro modo di fare professione ha dovuto naturalmente assecondare i cambiamenti dei contesti, dei mercati, delle innovazioni e del panorama normativo. Ma abbiamo espresso al meglio il paradigma della resilienza, ciò che oggi serve per guardare con speranza al futuro».

 

A seguire i saluti istituzionali del sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi – a cui è stata lanciata la tanto attesa sfida dell’approvazione del PUG – dell’arcivescovo metropolita di Catania Monsignor Luigi Renna, che ha puntato i riflettori sull’importanza di “costruire un futuro ecosostenibile al servizio dell’umanità”; del direttore generale dell’Università Giovanni La Via, che ha portato i saluti del Rettore Francesco Priolo (presenti all’evento anche i Direttori dei Dipartimenti di Ingegneria Enrico Foti e Giovanni Muscato) che ha illustrato il percorso sinergico per costruire quel ponte tra formazione e professione a supporto delle giovani eccellenze, con la pronta di risposta del presidente della Fondazione Filippo Di Mauro sull’importanza dei percorsi professionalizzanti. E ancora sul palco, il procuratore aggiunto e coordinatore della direzione distrettuale antimafia Francesco Puleio, la cui presenza ha dato un alto contenuto simbolico all’evento, «poiché rappresenta quella bussola di garanzia e legalità che orienta e conforta tutti i colleghi – ha sottolineato Scaccianoce – impegnati quotidianamente in prima linea in settori delicati come i lavori pubblici». Ha chiuso i saluti il presidente nazionale Zambrano, che ha sottolineato il ruolo di “cabina di regia” della categoria per l’utilizzo delle risorse del PNRR, «e per quella rivoluzione, dettata anche dall’avvento delle lauree abilitanti, che richiede figure sempre più specializzate per far fronte alle nuove richieste del mercato».

 

Dopo un viaggio lungo la linea del tempo – dal compasso all’autoCad, passando per la bioingegneria – che ha visto l’intervento del segretario dell’Ordine Alfio Torrisi, dopo i ringraziamenti a tutto il Consiglio per l’impegno profuso – «con un sentito grazie a Carmelo Indelicato, Giorgia Ferlazzo e Irene D’Antone» – via alle premiazioni per i 60, 50, 40 e 25 anni di laurea: oltre 160 targhe consegnate a chi, oggi, svolge brillantemente sul territorio la professione, ricoprendo ruoli di rilievo all’interno di Enti Pubblici, grandi aziende o studi professionali. «Un’occasione imperdibile – ha concluso Scaccianoce – per incontrare colleghi con cui non si aveva da anni l’occasione per ritrovarsi, ma soprattutto per misurarsi con percorsi di successo che rappresentano modelli positivi cui ispirarsi e da cui trarre la forza emotiva necessaria per affrontare tutti quei momenti critici dai quali nessuna professione è immune».