Inaugurata la mostra “Vito e gli altri”: le 368 vittime della strage di Lampedusa rivivono grazie ai disegni che ricordano tutti i loro nomi

Tabit; Delina Mehàri; Bereket Kidane; Azieb Alem Menameno e altri 364 nomi. Sono quelli delle persone morte la notte del 3 ottobre 2013 a Lampedusa. Vito Fiorino e altre sette persone riuscirono a salvare 47 vite. Non poterono scongiurare da soli questa strage del mare, ma fecero il possibile.

La mostra “Vito e gli altri”, inaugurata questa mattina nell’atrio del Municipio di Rho, rende pubblici i nomi delle vittime di quella terribile notte, grazie al lavoro di ricerca svolto dai sopravvissuti e da Vito Fiorino, Giusto delle nazioni, ricordato nel Giardino dei Giusti di Rho.

La mostra, ideata e curata dalla professoressa Nicoletta Sala, visitabile fino al 16 maggio negli orari di apertura del Municipio, è stata organizzata con la collaborazione dell’Ufficio Cerimoniale del Comune di Rho, guidato da Paola Cupetti, dell’assessorato alla Cultura coordinato da Valentina Giro e dell’assessorato alla Scuola che fa capo a Paolo Bianchi. Le scuole che hanno aderito al progetto “Vito e gli altri” sono la primarie Marconi, Salvo D’Acquisto e Anna Frank, le secondarie di primo grado Bonecchi, Manzoni, Tommaso Grossi, Franceschini. Oltre alle scuole Paolo VI e San Carlo e San Michele. Ogni ragazzo e ogni ragazza coinvolti hanno scritto nei modi più vari uno dei 368 nomi delle persone che quella notte del 2013 non ce l’hanno fatta.

All’inaugurazione erano presenti la 1° C della secondaria di primo grado San Carlo e la 2° F della scuola secondaria di primo grado De André, con i rispettivi insegnanti.

Rho mi regala sempre emozioni, è importante questo dialogo creato con gli studenti – ha esordito Vito Fiorino dopo il taglio del nastro, fermandosi a lungo a parlare con i ragazzi – E’ importante coinvolgervi e farvi incontrare chi ha vissuto questa esperienza, avete un bell’impegno di testimonianza davanti a voi, da affrontare con determinazione e responsabilità. Io ho solo allungato le mie braccia per salvare vite umane mentre altri restavano indifferenti, per cinque anni non ne ho parlato con nessuno, poi ho sentito l’urgenza di raccontare”.

 

Nicoletta Sala, autrice del libro “Vito e gli altri” che il Comune ha donato alle scuole in 400 copie, ha raccolto i disegni dalle diverse scuole: “Queste persone di cui avete scritto i nomi purtroppo non ci sono più. Faceva male pensare che restassero senza nome. Ora ce l’hanno e voi avete dato colore a qualcosa che è molto triste. Riempite la vita di bellezza, voi sapete farlo perché siete dei ragazzi: l’augurio è che sappiate sempre mettere bellezza anche dove c’è orrore. E’ brutto che persone salgano su una barca  e, nel naufragio, nessuno vada a soccorrerle. Si imbarcano sperando in una vita migliore. Anche Vito è stato migrante e la comunità di Rho è fatta in gran parte di migranti, dal Sud e di tanti Paesi del mondo”. 

 

Vito Fiorino ha parlato di “ombre felici” che lo accompagnano: una è Nicoletta Sala, un’altra Davide Lomma, regista del film “L’ultima isola” che Barz and Hippo ha proposto nei giorni scorsi a Cin&Città. Quindi ha mostrato come, da un foglio di carta, si possa creare una barca, come quella “di quella notte”. Tagliando i due angoli, poi, si può ricavare una casacca che ricorda la maglia di ogni singola vittima. Un gesto molto efficace agli occhi dei più giovani: “368 esseri umani hanno perso la vita per l’indifferenza, non siate mai indifferenti! Questa parola andrebbe cancellata, perché porta a disastri. Il 7 febbraio di ogni anno ricorre la giornata contro il bullismo, diventa difficile per un nonno accettare che un ragazzino si suicidi perché bullizzato. Voi dovete dire a genitori e insegnati se vedete bullizzare qualcuno, altrimenti siete complici dei bulli perché rimanete indifferenti. Non siatelo mai!”.

 

Da Paolo Bianchi il ringraziamento a Fiorino e Sala e a tutti gli studenti per il lavoro svolto con il libro “Vito e gli altri” e per la responsabilità che si sono assunti nel raccontare le vite di quelle 368 vittime in un mondo in cui la pace e la giustizia faticano parecchio.

Dal Sindaco Andrea Orlandi un ringraziamento a tutti e una riflessione sul nome, l’unica cosa che viene pensata per ciascuno di noi. Il primo cittadino ha ricordato che qualcuno, pensando il nostro nome, ha pensato i nostri sogni e desideri e che tra le vittime c’erano anche giovanissimi: ricordare ciascuno è riportare a galla i sogni di ciascuno di loro. Due le frasi che colpiscono: “Anche io sono migrante” e “Senza l’indifferenza” scritte da due ragazzi. Messaggi che ricordano che dietro i numeri dei migranti morti in mare ci sono singole persone, ancora presenti in mezzo a tutti grazie alla scrittura dei loro nomi realizzata da tanti ragazzi rhodensi.

 

Nella foto Vito Fiorino mostra il simbolo di carta ricavato tagliando una barchetta, alle sue spalle i disegni dei ragazzi con i nomi delle vittime del 3 ottobre 2013