CATANIA – In un quadro economico e normativo in continua evoluzione, il futuro di famiglie e imprese assume grande rilevanza. Un tema su cui si sono accessi i riflettori del convegno “Il passaggio generazionale dei patrimoni familiari: accademia, magistratura e notariato a confronto”, organizzato dal Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Catania e Caltagirone, in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania. La giornata di studio – tenutasi al Monastero dei Benedettini di Catania – ha riunito accademici, magistrati e notai per analizzare, in chiave multidisciplinare, le sfide e le opportunità legate al trasferimento dei patrimoni familiari e aziendali.
«Un confronto che pone l’accento su aspetti normativi e giurisprudenziali che interessano non soltanto i grandi patrimoni – dichiara il presidente del Consiglio Notarile etneo, Vincenzo Vacirca – La tematica investe tutti gli ambiti in cui c’è da trasmettere delle entità produttive, tenendo conto che la nostra società è basata principalmente su piccole e medie imprese, dove il passaggio generazionale è particolarmente problematico e rappresenta una delle cause maggiori di fallimento». Ruolo chiave nel perfezionamento di recenti norme ha giocato il Notariato, le cui proposte di modifica sono state accolte dal Parlamento. «Il nostro ufficio ci pone come sentinelle sul territorio, ci fa confrontare quotidianamente con la realtà e le necessità della società, traendo spunti di riflessione per avviare dialoghi costruttivi con il legislatore – spiega il presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Vito Pace – non ultimo quello sul patto di famiglia, introdotto parecchi anni fa, ma da cui non sono stati ottenuti i risultati sperati. Con l’ultima novità normativa di recentissima approvazione in tema di azione di restituzione ci si è posto l’obiettivo di privilegiare la certezza e la stabilità del trasferimento rispetto alla tutela del legittimario, che, in ogni caso, non viene vanificata». Argomenti questi che abbracciano trasversalmente la collettività, dal cittadino al professionista, dal giurista all’accademico. Un taglio che ha richiamato l’attenzione dell’Università di Catania, «sempre attiva nella Terza Missione, allargando i suoi orizzonti ai temi di interesse sociale e alle istanze delle professioni, delle attività imprenditoriali, delle attività sul territorio e del terzo settore», commenta la prorettrice UniCT Lina Scalisi. A rappresentare l’anima giuridica dell’Ateneo il Dipartimento di Giurisprudenza e il suo direttore Salvatore Zappalà, che sottolinea «l’entusiasmo nel collaborare con il notariato e la magistratura, soprattutto se in prospettiva della formazione dei giovani verso tematiche che rappresentano le sfide dell’attualità, del futuro e nel prepararli ad affrontare concorsi difficili». Tra questi quello per notaio, che affronta non solo le difficoltà del tessuto sociale, ma anche quelle legate allo svolgimento della professione. In questo quadro entra in gioco la Cassa Nazionale, che «promuove incontri come quello di oggi e tutela la categoria con un welfare attivo e pro-lavorativo, seguendo l’iscritto sin dall’inizio della propria attività – interviene la presidente Patrizia Sara Siciliano – Un occhio di riguardo è rivolto ai giovani, che rappresentano il futuro del Paese e della categoria e che, presto, verranno formati sulla gestione e sostenibilità degli studi. Questo è possibile grazie a una Cassa che, nonostante non disponga di finanziamenti pubblici, oggi è in salute, con un patrimonio di quasi 2 miliardi di euro, garantendo l’assegno di integrazione ai colleghi che non riescono a raggiungere un importo minimo prestabilito».
Dunque, spazio alla prima delle due sessioni di approfondimento, presieduta dal professore emerito di Diritto Commerciale de La Sapienza di Roma Carlo Angelici. L’analisi ha interessato uno dei nodi più delicati per il sistema produttivo italiano: la trasmissione generazionale dell’impresa. Partendo dal patto di famiglia e passando agli strumenti societari utili a preservare continuità e stabilità gestionale, il dibattito ha affrontato le sfide poste dall’evoluzione dei modelli imprenditoriali e dalla necessità di garantire una governance efficace nella fase di passaggio. La riflessione ha tenuto conto degli scenari attuali delle imprese familiari, spesso chiamate a conciliare esigenze di efficienza, sostenibilità e coesione interna con la necessità di programmare per tempo il subentro della nuova generazione. Sono stati analizzati gli strumenti giuridici più idonei a prevenire conflitti, a tutelare gli eredi e a consolidare strutture societarie capaci di affrontare mercati sempre più competitivi.
A sviluppare questi temi, con approfondimenti su tutele future, profili fiscali, clausole statutarie e modelli di governance, sono intervenuti: Federico Tassinari (notaio in Imola), Thomas Tassani (professore di Diritto Tributario, Università di Bologna), Vincenzo Barba (professore di Diritto Privato, La Sapienza), Stefano Cardinali (magistrato del Tribunale di Roma), Carlo Angelici e Paolo Spada (professori emeriti di Diritto Commerciale, La Sapienza).
Poi focus sul ruolo dell’autonomia privata nella pianificazione del passaggio generazionale, con una sessione presieduta dal professore di Diritto Civile dell’Università di Padova, Giuseppe Amadio. Insieme al presidente della sessione – che ha dato ulteriore rilevanza al focus odierno, sottolineando la presenza di 4,5 milioni di piccole e medie imprese in Italia – Elsa Bivona (professoressa di Diritto Privato, UniCT), Giuseppe Tedesco (magistrato di Cassazione) e Alessandro Torroni (notaio in Forlì). Nelle loro relazioni, riflettori puntati su successioni anticipate e strumenti di regolazione preventiva, limiti e vincoli all’autonomia privata, disposizioni testamentarie e problemi interpretativi, interpretazione della volontà del testatore, trasferimento di quote societarie in sede successoria, divisione ereditaria e collazione, con particolare attenzione all’equilibrio tra equità tra coeredi e volontà del disponente.
Gli interventi hanno evidenziato come la crescente complessità delle strutture patrimoniali moderne richieda un approccio integrato, capace di coniugare diritto civile, profili fiscali e strumenti notarili, al fine di assicurare certezza giuridica e tutela delle volontà familiari nel tempo.
