Il Cga conferma il diritto al ricalcolo del Tfs per le forze armate e dell’ordine

Il Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione siciliana ha dato ragione a tre ricorrenti, confermando il loro diritto al ricalcolo del trattamento di fine servizio. Rigettando i tre appelli proposti dall’Inps, poiché ritenuti infondati, il giudice ha dunque confermato le sentenze del Tar Sicilia. Per tutti loro, l’Inps dovrà versare 10mila euro in aggiunta al tfs già ricevuto.

A causa di un’errata interpretazione della normativa, l’Inps non ha calcolato i sei scatti stipendiali sul Tfs degli appartenenti alle forze armate e dell’ordine andati in pensione. “Abbiamo riscontrato tale errore di calcolo nel 90% dei pensionati militari – spiegano gli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca dello studio legale Leone – Fell & C. – riteniamo inconcepibile che chi ha servito il nostro Paese non abbia il giusto trattamento pensionistico. Per questo motivo, da anni ci battiamo per correggere simili storture. Siamo lieti che i giudici abbiano accolto le nostre tesi e i nostri ricorsi”.

In particolare, il Cga ha riconosciuto il diritto al ricalcolo del Tfs a un appartenente alla Polizia di Stato, collocato in congedo a domanda, che aveva chiesto l’accertamento del diritto al riconoscimento di sei scatti contributivi sul Tfs. L’altra vittoria riguarda un appartenente alla Guardia di Finanza, collocato in congedo a domanda. Anche nel suo caso, il Tar Sicilia aveva accolto il ricorso e riconosciuto il diritto ai sei scatti sul Tfs. Infine, con le medesime motivazioni, il Cga ha confermato la sentenza del Tar Sicilia emessa in favore di un appartenente alla Marina militare, cessato dal servizio per invalidità, condannando l’Inps al ricalcolo del Tfs.

Il Tar Sicilia – Catania aveva accolto i ricorsi e condannato l’Inps a corrispondere agli interessati “quanto dovuto in applicazione dell’art. 6-bis del decreto legge n. 387/1987”, oltre rivalutazione monetaria e interessi legali. All’appello dell’Inps, ritenuto infondato, il Cga ha confermato la condanna dell’ente di previdenza che ora dovrà versare 10mila euro a ciascun ricorrente.