
Pesaro – L’eurodeputata Carola Rackete ha risposto all’appello urgente lanciato da EveryOne Group e dal Comitato “Pesaro: NO GNL” in merito all’impianto di liquefazione del gas naturale previsto nella zona industriale Tombaccia. L’ufficio della parlamentare si è dichiarato disponibile a presentare un’interrogazione alla Commissione europea, chiedendo però una formulazione precisa e fondata.
“In Italia vi è una sorprendente indifferenza riguardo al progetto di un impianto di liquefazione del metano a Pesaro,” commentano gli ambientalisti Roberto Malini e Lisetta Sperindei. “Sembra che istituzioni e politica indugino e non intendano prendere una posizione netta. Solo Europa Verde ha coinvolto il suo Comitato etico e scientifico, rilevando l’inopportunità, la pericolosità e l’insalubrità del progetto, che va in una sconcertante controtendenza rispetto al Green Deal. Al di là dei Verdi e di AVS, tuttavia, vi è un preoccupante silenzio istituzionale. Da parte nostra, abbiamo incontrato il sindaco di Pesaro, il Presidente della Provincia e altre autorità istituzionali, le quali hanno riconosciuto che il progetto è pericoloso e inquinante e che l’area scelta per l’installazione – ad alto rischio idrogeologico e sismico, accanto a case, scuole e luoghi di cura – è assolutamente inadeguata. Tuttavia, finora non hanno assunto una posizione pubblica”.
In accordo con Rackete, il Comitato e EveryOne Group hanno elaborato una proposta di interrogazione che si concentra sulle possibili violazioni del principio di precauzione (art. 191 TFUE), della Direttiva Seveso III e della Convenzione di Aarhus, anche in relazione all’utilizzo in Italia del Decreto Semplificazioni (DL 76/2020) per bypassare valutazioni ambientali complete e garantite dalla normativa europea.
La proposta mira a portare all’attenzione delle istituzioni europee non solo il caso specifico di Pesaro, ma una deriva nazionale che mette a rischio la sicurezza dei cittadini, l’ambiente e i diritti democratici fondamentali. Il Comitato resta a disposizione per fornire alla Commissione e ai parlamentari europei la documentazione tecnica e giuridica necessaria
Nella foto, l’europarlamentare Carola Rackete