Grandi marche in centro storico a Palermo, Confartigianato: «Adesso si attendono interventi a tutela del nostro patrimonio locale”

«Palermo rischia di trasformarsi in una città senza identità, simile a Milano». È l’allarme lanciato da Giuseppe Claudio Terruso, presidente di Confartigianato Palermo, dopo il via libera dell’Assessorato regionale siciliano al Territorio e Ambiente alla modifica dell’articolo 5 delle Norme tecniche di attuazione del piano commerciale del Comune di Palermo. La decisione consente l’apertura di strutture di vendita fino a 2.000 metri quadrati anche nelle zone A del capoluogo siciliano, comprese le aree più pregiate come via Roma e via Libertà.

«Quali qualità può portare un grande brand?», si chiede Terruso, sottolineando come «l’assessorato dovrebbe piuttosto sostenere le attività artigianali locali, custodi dell’identità territoriale e della storia produttiva di Palermo». Il presidente di Confartigianato aggiunge che «le grandi catene portano prodotti globalizzati, non legati al territorio, e rischiano di soffocare l’economia delle piccole imprese».

Terruso si dice perplesso anche per l’apertura a grandi marchi del food, come Hard Rock Cafe, e chiede al Comune di favorire affitti agevolati per gli artigiani: «Le attività locali non possono competere con le multinazionali. La scelta è chiara: diventare una città spersonalizzata come Milano o difendere la nostra identità».

Anche Flavia Pinello, presidente di Confartigianato Moda Sicilia, lancia l’allarme: «In un momento in cui la moda italiana è in crisi, a pagarne le conseguenze sono le piccole imprese artigiane. Nel primo trimestre 2025, in Italia hanno chiuso 1.035 aziende del settore moda, di cui 843 artigiane: significa che ogni giorno 11 imprese abbassano la saracinesca».

Secondo Pinello, la decisione di aprire il centro storico di Palermo ai grandi marchi è «inaccettabile» e mette a rischio il futuro del tessuto economico locale. «Gli artigiani sono patrimonio della nostra identità – conclude – e vanno tutelati, non sostituiti da catene internazionali».