Gli italiani credono nella Scuola, ma il contratto non tutela docenti e Ata

Attraverso un’intervista video rilasciata ad Orizzonte Scuola, il presidente nazionale del giovane sindacato annuncia gli obiettivi da centrare, ad un mese dal rinnovo delle Rsu d’istituto che ha portato il sindacato della scuola ad entrare nei tavoli della contrattazione nazionale.

 

“Secondo gli ultimi sondaggi nazionali, per gli italiani la scuola è tra le figure istituzionali che merita più fiducia: tutto ciò, però, deve avere un riscontro nei contratti, nel Ccnl ma anche nelle contrattazioni d’istituto e ci impegneremo a riformulare e a vigilare sull’uso dei fondi scolastici”. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ad un mese dal rinnovo delle Rsu d’istituto, che ha portato il giovane sindacato della scuola ad entrare nei tavoli della contrattazione nazionale.

 

“La nostra intenzione – spiega Pacifico in un’intervista video rilasciata ad Orizzonte Scuola – è quella di cambiare le regole organizzative all’interno delle scuole, ma anche sulle responsabilità del personale e sui diritti e doveri. Il diritto è il riconoscimento della professionalità nel rispetto delle norme costituzionali: questo, non può esulare da tutti gli incontri formali e informali che faremo con l’amministrazione a livello centrale e a livello periferico per andare a ridefinire gli organici, con un adeguamento dell’organico di fatto all’organico di diritto, con una trasformazione dei posti in deroga di sostegno a posti in organico di diritto e con una battaglia culturale che preveda l’assegnazione degli organici alle scuole in base ai bisogni nel territorio non a meri criteri numerici”.

 

Come prima cosa, Anief chiederà la revisione totale nel nuovo contratto nazionale per quanto riguarda tutte le norme pattizie siglate fino a ora: “l’obiettivo – sottolinea il sindacalista – è che il nuovo contratto per il personale della scuola docente e Ata, quello per il 2019-21, rispecchi la professionalità e vada a valorizzare chi ogni giorno”, come insegnante, amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico, “mette se stesso, il suo tempo, la sua famiglia a disposizione dello Stato. Il tutto, in cambio di stipendi molto inferiori all’inflazione. Perché i dipendenti della scuola invece di essere considerati preziosi lavoratori della conoscenza spesso vengono trattati come se non meritassero alcuna considerazione: basti pensare agli episodi di violenza che quotidianamente subiscono, come si legge nelle pagine dei giornali” ormai tutti i i giorni.

 

Il sindacalista autonomo ha spiegato che “tutte queste sono piccole battaglie che cominceremo sicuramente a fare. E là dove non saremo ascoltati, le continueremo nei tribunali. Certamente, il prossimo anno scolastico sarà incentrato sulla mobilitazione che deve partire e non è mai terminata sul nuovo sistema di reclutamento: chiediamo che vengano riaperte le graduatorie a tutto il personale abilitato, ma chiediamo anche la stabilizzazione su tutti i posti vacanti e disponibili”.

 

“Vorremmo informare i lavoratori e operare il rispetto del diritto. Faremo assemblee sindacali in ogni Comune e coinvolgeremo tutte le scuole perché si possa finalmente dalle scuole ripartire per un progetto di scuola sicura che rispetti i diritti di tutti, ma che prospettivamente costituisca una società giusta, equa e solidale. Pertanto – ha proseguito il leader dell’Anief – appena l’Aran certificherà la nostra rappresentatività, la prima cosa che faremo sarà quella di nominare dei terminali associativi sindacali in ogni istituzione scolastica, i quali si affiancheranno alle 1.300 Rsu che sono state elette con Anief nelle ultime elezioni e che ci hanno portato a superare il 6% della rappresentatività. Finalmente – ha concluso Pacifico – dopo trent’anni c’è un nuovo sindacato che si batte per il rispetto del diritto in ogni aula scolastica, nei corridoi, nelle aule parlamentari ma anche nei tavoli contrattuali”.