Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Toscana non ha una sua specificità di lentezza rispetto alla media degli altri Tar, per cui non è il peggiore, ma uno tra i peggiori.
Il caso è un ricorso per le recenti elezioni regionali in Toscana. Una candidata (Antonella Bundu, lista Toscana Rossa) ha fatto ricorso perché non è chiaro se i voti presi dalla lista, inferiori al quorum, debbano essere secondari rispetto a quelli presi dall’unica candidata presidente di quella lista, superiori al quorum. Presentato il ricorso e accettato, l’udienza è stata fissata il 18 febbraio. La media nazionale di decisione dei Tar è di circa due anni.
Nel frattempo c’è almeno un altro eletto (forse due) che, in caso di accettazione del ricorso, dovrebbe lasciare lo scranno al ricorrente vincitore. Le elezioni in Toscana sono state il 12-13 ottobre, quindi è possibile che a settembre/ottobre del 2027, il consiglio regionale della Toscana dovrà modificare uno o due consiglieri che, fino ad allora, avranno svolto il loro servizio, prendendo decisioni, ricevendo un compenso e creato un proprio ufficio, avendo anche magari sospeso la propria attività lavorativa per ottemperare al dovuto (sospensione che è semplice se si tratta di un dipendente pubblico, ma problematica se è un dipendente privato o libero professionista o lavoratore autonomo).
Sappiamo già quali potrebbero essere le reazioni degli addetti alla giustizia… “che ci possiamo fare, questo è il nostro metodo di lavoro, calibrato rispetto al nostro organico”… insomma non è colpa nostra… ma colpa di nessuno.
Situazione che mette alla berlina una giustizia inadeguata alle esigenze. Nello specifico, perché crea problemi al funzionamento del consiglio regionale (e meno male che, nello specifico, gli eventuali arrivi e partenze non dovrebbero far saltare la maggioranza che governa la Regione… ma in generale non si può escludere). E crea problemi alle persone coinvolte. Discreditando infine le istituzioni: dallo stesso Tar alla Regione scombussolata e in qualche modo rallentata/bloccata da questi possibili cambiamenti.
Ovviamente lo stesso discorso vale anche per un qualunque singolo cittadino presenti un ricorso amministrativo contro, per esempio una qualche ordinanza comunale che gli blocca un’attività.
Nel caso del singolo cittadino il danneggiato è grossomodo uno, nel caso degli eletti in consiglio regionale è danneggiata l’istituzione e i cittadini che sono da essa governati. In tutti i casi sono sempre e comunque danneggiati i cittadini e la credibilità e capacità della giustizia.
Non avevamo bisogno di questo nuovo racconto di questa procedura dove – ripetiamo – alla fine non ci saranno responsabili, ma solo incolpevoli e vittime.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
