
Il Coordinamento Italiano NGO Internazionali (CINI) si rivolge direttamente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani per chiedere un intervento deciso e immediato di fronte alla catastrofe umanitaria in corso nel Territorio Palestinese Occupato. Il CINI, inoltre, chiede a Giorgia Meloni e Antonio Tajani di assumere una posizione chiara e senza ambiguità, anche in vista dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del prossimo 20 settembre.
Dal 7 ottobre 2023 al 23 luglio 2025, il bilancio delle vittime ha raggiunto cifre spaventose: oltre 59.000 morti, tra cui oltre 18.000 bambini, e oltre 143.000 feriti. Dietro questi numeri ci sono storie di dolore, di famiglie distrutte, di bambine e bambini disperati che non riescono più a immaginare un futuro. Le testimonianze dei nostri operatori sul campo parlano di malnutrizione infantile in crescita esponenziale e di piccoli che arrivano a desiderare la morte pur di non continuare a soffrire.
Il CINI riconosce e apprezza la recente adesione dell’Italia alla dichiarazione congiunta del 21 luglio, promossa da 24 Paesi. Ma gli attacchi contro civili, donne, bambini e operatori umanitari continuano. Le bombe su Deir El Balah, sottolinea ancora il CINI, hanno colpito una zona che avrebbe dovuto essere un rifugio sicuro per chi fugge dalla violenza e per chi cerca di portare aiuto. Oggi, alla luce di un parziale cessate il fuoco, è urgente che alle parole seguano azioni concrete, come quelle di altri membri dell’Unione Europea.
Una pace duratura non potrà mai essere raggiunta senza giustizia. È fondamentale, quindi, che l’Italia riconosca l’uguaglianza a israeliani e palestinesi, promuovendo l’autodeterminazione del popolo palestinese e condanni con fermezza la macchina di morte messa in atto dal Governo israeliano e si impegni fattivamente per fermare le atrocità in corso, che molti – tra cui anche la Corte Internazionale di Giustizia – definiscono come un possibile genocidio. È urgente garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario e rafforzare tutte le indagini volte ad accertare le gravi violazioni in atto.
In questo contesto, il CINI invita il Governo italiano a sostenere la richiesta di revisione dell’Accordo di Associazione tra l’Unione Europea e Israele, alla luce delle palesi violazioni dell’Articolo 2, che impone il rispetto dei diritti umani come condizione fondamentale. Allo stesso tempo, è necessario sospendere immediatamente le autorizzazioni all’esportazione di materiali di armamento verso Israele, compresi quelli a uso duale o difensivo, anche se rilasciati prima del 7 ottobre 2023, e monitorare con attenzione il rispetto di tale divieto.
L’Italia deve agire e in fretta. Ogni giorno di inazione, ribadisce il CINI, è un giorno in cui si aggiungono nuove vittime e che rende il nostro Paese complice di queste atrocità.