FVG VENETO E SLOVENIA: WELFARE TRANSFRONTALIERO CON CROSSCARE

Un protocollo d’intesa transfrontaliero che in un’ottica di coprogettazione interistituzionale sperimenti un nuovo modello di presa in carico delle persone anziane e delle loro famiglie. Sarà il tema dell’incontro di venerdì 28 settembre alle 10 a Trieste, nella Sala Predonzani del Palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia in via dell’Orologio 1, nel corso della conferenza stampa di CrossCare, il progetto inserito nel programma Interreg V-A Italia-Slovenia 2014-2020.

 

Interverranno Riccardo Riccardivicepresidente della giunta regionale e assessore alla salute, politiche sociali e disabilità, delegato alla protezione civile, Carlo Bramezzadirettore generale Azienda Ulss n.4 Veneto Orientale, Orietta Antoninipresidente Cooperativa sociale Itaca e Aldo Pahorpresidente Asp Itis Trieste. Previsti i saluti istituzionali dei rappresentanti del Ministero del Lavoro, Famiglia e Affari Sociali della Repubblica di Slovenia e della Direzione per la cura a lungo termine del Ministero della Salute sloveno.

Oltre 400 operatori formati, 9 “Punti di servizio” rivolti agli anziani ed alle loro famiglie già avviati – all’interno delle strutture residenziali coinvolte nel progetto – tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Slovenia e al contempo anche aperti al territorio. L’obiettivo è comune, favorire la presa in carico delle persone in maniera personalizzata, globale e continuativa sia a livello regionale sia transfrontaliero. È lo stato dell’arte del progetto CrossCare, che punta a riscrivere nell’ottica dell’invecchiamento attivo il welfare a livello transfrontaliero.

Guidato dalla Cooperativa sociale Itaca in partenariato con Asp Itis Trieste, Residenza per anziani Giuseppe Francescon Portogruaro, Odu Koper-Casa costiera del pensionato Capodistria, società Deos e l’Irssv – Istituto nazionale sloveno per il welfare, CrossCare beneficia del valore aggiunto ricoperto dai partner associati, Regione Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale salute, integrazione socio sanitaria, politiche sociali e famiglia, Regione del Veneto – Direzione Servizi Sociali, Ministero del Welfare della Repubblica di Slovenia, Ministero della Salute della Repubblica di Slovenia, Città di Sacile – Residenza Protetta per anziani, Uti Livenza – Cansiglio – Cavallo (ex Ambito Distrettuale 6.1 di Sacile), Azienda Assistenza Sanitaria n. 5 Friuli Occidentale di Pordenone, Azienda Unità Locale Socio Sanitaria n. 4 Veneto Orientale e Casa della sanità di Capodistria.

“CrossCare. Approccio integrato transfrontaliero nella cura dell’anziano” nasce con l’obiettivo di elaborare soluzioni congiunte che affrontino il progressivo invecchiamento della popolazione in atto sia in Italia sia in Slovenia. Dopo la presentazione del progetto a cura di Anna La Diega, vicepresidente e responsabile area servizi residenziali per anziani della Cooperativa sociale Itaca, seguiranno l’introduzione al Protocollo Transfrontaliero a cura di Daniele Dal Ben, direttore Residenza per anziani Giuseppe Francescon, la presentazione dei risultati della sperimentazione a cura di Cinzia Canali della Fondazione Zancan e la presentazione dei risultati della formazione a cura di Miha Kranic di Deos.

Il progetto CrossCare prevedeva, tra le altre attività, la formazione di 290 operatori grazie a una serie di corsi transfrontalieri, obiettivo ampiamente superato con oltre 400 persone formate in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Slovenia attraverso i corsi su Metodo Gentlecare (Itaca), Metodo Validation (Itis), Stimolazione Basale (Deos) e Formazione dei Care Manager (tutti i partner).

Avviati tutti i PSA – “Punti di Servizio” rivolti agli anziani ed alle loro famiglie all’interno delle strutture residenziali coinvolte, per favorire la presa in carico delle persone in maniera personalizzata, globale e continuativa. I PSA attivi – aperti anche al territorio – si trovano nelle sedi della Residenza Protetta di Sacile (Pn), Asp Itis di Trieste, Residenza Francescon di Portogruaro (Ve), Casa costiera del pensionato Capodistria (Slovenia) e in cinque strutture del territorio di Lubiana gestite da Deos, con un care manager itinerante. Avviata, altresì, la sperimentazione di ausili tecnologici domiciliari che permettano di registrare in tempo reale informazioni sulle attività dell’anziano, nonché il supporto alla gestione del lavoro di cura.

 

L’attuale panorama demografico europeo evidenzia un costante trend di crescita della popolazione anziana. Si prevede che nel 2030 le persone over 65 anni costituiranno il 25% della popolazione complessiva, dato particolarmente significativo se relazionato alla percentuale di anziani presenti in UE nell’anno 2000, pari al 15%. È quanto emerge da “Analisi del Welfare in Europa”, la ricerca qualitativa sociale realizzata nell’ambito del progetto CrossCare, documento che rappresenta un punto di partenza per comprendere, in linea generale, il funzionamento dei differenti sistemi di welfare presenti all’interno della Comunità Europea.

Attraverso la ricerca, CrossCare ha posto particolare attenzione alla comprensione delle diverse strategie di presa in carico dell’anziano fragile e alle possibilità di orientamento cui i sistemi sociali possono aderire al fine di definire servizi orientati all’efficacia e all’efficienza. Le moderne politiche sociali hanno individuato nei servizi a domicilio un indirizzo adeguato per fronteggiare il rischio di istituzionalizzazione dell’anziano, con conseguente incremento dei costi di assistenza.

L’analisi evidenzia, altresì, la tendenza – maggiormente presente nei modelli nord-europei – di investire nella prospettiva di presa in carico domiciliare, intesa come risposta elettiva per i differenti bisogni legati alla non autosufficienza. Attraverso tale orientamento, le realtà di assistenza residenziale rappresentano una dimensione residuale dell’offerta.

Osservando la prospettiva italiana (Friuli Venezia Giulia e Veneto) e slovena, emerge l’importante presenza di servizi residenziali come risposta prevalente ai bisogni dell’anziano fragile. I servizi residenziali, tuttavia, presentano ad oggi delle fragilità rispetto all’efficacia della presa in carico, poiché la presenza di diversi attori chiamati ad accogliere il bisogno dell’anziano fragile e della famiglia può rappresentare un ostacolo nell’orientamento delle migliori scelte di cura ed una conseguente risposta parziale ai bisogni reali. In questa pluralità di attori avviene, dunque, che le famiglie affrontino le problematiche legate alla fragilità nell’invecchiamento attivandosi autonomamente e rivolgendosi al mercato informale, trovando risposte contingenti e parziali ai reali bisogni.

In questo complesso panorama si innesta il progetto CrossCare, che mira a individuare e proporre strategie di presa in carico che devono orientarsi all’intervento preventivo, ed al concetto di accompagnamento alle fragilità e alle disabilità progressive legate all’invecchiamento.