Fumo e contrabbando: serve una strategia di salute pubblica che riduca i danni

Catania – Il sequestro odierno in Puglia di una fabbrica clandestina in grado di produrre milioni di sigarette ogni giorno e generare profitti milionari conferma un dato allarmante secondo gli esperti del CoEHAR: “L’inasprimento delle politiche fiscali sul tabacco, in assenza di valide alternative maggiormente regolamentate e valutate, favorisce l’espansione del mercato illecito”

 

L’esperienza internazionale lo dimostra chiaramente. In Paesi come il Sud Africa e l’Australia, il contrabbando è aumentato in risposta a politiche proibizioniste e a un aumento del prezzo delle sigarette. Il risultato è duplice: perdita di introiti per lo Stato e accesso da parte dei consumatori a prodotti di dubbia provenienza, privi di controlli di qualità e potenzialmente molto dannosi per la salute.

 

Questa vicenda ci ricorda che il fumo, oltre a essere un problema sanitario, è anche una questione economica e di sicurezza pubblica,” ha dichiarato il Prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, che proprio ieri è intervenuto in audizione pubblica come esperto per la commissione salute del Parlamento del Sud Africa durante la sessione virtuale sul disegno di legge sul controllo dei prodotti del tabacco e dei sistemi di somministrazione elettronica. 

 

Quando mancano alternative meno dannose e accessibili, come i prodotti a rischio ridotto regolamentati, i consumatori si rivolgono al mercato nero – continua Polosa – E’ un paradosso che rappresenta la realtà e come tale va corretto e arginato. Ancora una volta, si evidenzia la necessità di un cambio di paradigma nelle politiche di controllo del tabacco che affianchi le strategie di prevenzione e cessazione a una seria politica di riduzione del danno”. 

 

Promuovere l’accesso a prodotti alternativi non combustibili, sicuri e tracciabili, può non solo ridurre i danni legati al fumo, ma anche contrastare la criminalità organizzata e tutelare la salute pubblica. Il CoEHAR rinnova l’invito a un approccio basato sull’evidenza scientifica, che metta al centro la tutela della salute e l’efficacia delle strategie pubbliche, senza pregiudizi ideologici.

 

È fondamentale aprire un tavolo di confronto tra istituzioni, comunità scientifica e cittadini – ha aggiunto il Prof. Giovanni Li Volti, Direttore del CoEHARSolo così potremo evitare che anche l’Italia ripeta errori già osservati in altri Paesi. Le politiche punitive, se non accompagnate da soluzioni realistiche, alimentano i traffici illeciti e danneggiano proprio le fasce più fragili della popolazione”.