Festival della Famiglia, Sanifonds presenta il progetto per la non autosufficienza

Durante l’undicesima edizione del Festival della Famiglia un convegno dedicato al nuovo Ecosistema per la long term care integrativa basato su una partnership pubblico-privata. Per i beneficiari prevista una rendita annuale netta di 12 mila euro. L’iniziativa vuole essere “un progetto pilota per lo sviluppo di programmi analoghi in Italia, un modello completo e condiviso con le altre mutue locali che offrono long term care al territorio trentino” ha sottolineato il presidente di Sanifonds Nicola Svaizer.

 

“Oggi più che mai affrontare il tema della non autosufficienza  è fondamentale e il Festival della Famiglia, in questo senso, rappresenta senza dubbio un  contesto ideale di discussione” ha dichiarato in apertura l’assessore Stefania Segnana. Che ha aggiunto: “Questa problematica infatti incide sulla quotidianità di migliaia di cittadini trentini e dei loro familiari. Parlarne significa in primo luogo ragionare su una problematica che può contare nel nostro territorio sulla presenza di molteplici attori in grado di fare squadra operando in sinergia per sviluppare soluzioni efficaci”.

La partnership tra il settore pubblico e i soggetti privati rappresenta la via maestra per la costruzione di un secondo pilastro previdenziale a tutela delle persone non autosufficienti. È il messaggio lanciato dal convegno svoltosi oggi a Trento nell’ambito del Festival della Famiglia e dedicato alla presentazione del nuovo “Ecosistema trentino per la long term care integrativa”. Il progetto coinvolge Sanifonds Trentino, il fondo sanitario integrativo provinciale cui aderiscono già 75.000 lavoratori pubblici e privati, la Provincia e l’Università di Trento insieme ad altri attori locali e nazionali.

L’obiettivo dell’iniziativa, prima del suo genere in Italia, è la realizzazione di uno schema in grado di incentivare la destinazione di risorse contrattuali e servizi ai cittadini che si trovano in condizione di non autosufficienza, una problematica, quest’ultima, che nel solo Trentino riguarda oltre 14 mila individui. L’Ecosistema sarà implementato il prossimo anno. Una volta entrato a regime garantirà ai beneficiari una rendita netta di 12 mila euro all’anno con un incremento significativo rispetto alla cifra prevista dai piani attuali (da 7.200 a 8.400 euro).

“Il progetto nasce da una proposta della Provincia Autonoma di Trento, che ha visto in Sanifonds il soggetto naturale all’interno del quale farlo nascere e crescere proprio per la sua ampia e completa rappresentanza delle parti sociali, territoriali e imprenditoriali”, ha spiegato il Presidente di Sanifonds, Nicola Svaizer. Si tratta, ha precisato, “di produrre un modello completo e condiviso con le altre mutue locali che offrono long term care al territorio trentino”.  In questa direzione, in particolare, “va il coinvolgimento nel progetto di Itas Mutua, Cooperazione Salute e Mutua Artieri. Il tema del sostegno alle persone non autosufficienti sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel dibattito ed è stato naturale per noi volerne parlare in questi giorni in cui la Famiglia a Trento è al centro di un Festival dedicato. Esperti e policy maker concordano sulla necessità di intervenire costruendo un secondo pilastro integrativo. L’impegno congiunto di Sanifonds e della Provincia Autonoma di Trento, in questo senso, è un esempio di sinergia finalizzata a offrire un miglior servizio di welfare per i cittadini”.Impegno che vede protagonista anche l’Università di Trento, oggi presente con Roberto Gabriele, professore ordinario di economia applicata. 

“L’integrazione mutualistica a tutela della non autosufficienza può garantire sostenibilità ed equità dell’offerta”, spiega Maristella Zantedeschi, ricercatrice all’Università Ca’ Foscari di Venezia. “I vantaggi principali consistono nell’abbattimento dei costi pro capite, nel contenimento o nell’eliminazione di forme di selezione del rischio da parte dei gestori e nella possibilità di fornire servizi e coperture significativi a chi ne ha più bisogno”

Oggi, sottolinea Damiana Mastantuono, Responsabile Sanità Integrativa di MEFOP Spa, Società partecipata dal MEF, la spesa per la tutela della non autosufficienza in Italia ammonta a circa 41 miliardi all’anno, 9 dei quali a carico delle famiglie. “Occorre potenziare l’integrazione del sistema sanitario nella prevenzione e nella Long term care”. Ma anche, aggiunge, “pianificare la copertura sulla base del bisogno dell’iscritto, investire in nuovi modelli di tutela dei pensionati e modificare i modelli organizzativi e gestionali”.Il secondo pilastro assume un ruolo integrativo e mai sostitutivo. Tale principio, in particolare, impone ai fondi di operare come “collettore” di risorse economiche mobilitate dalla contrattazione sindacale, come già avviene, peraltro, per altre prestazioni sanitarie e per la pensione complementare. E non è tutto. Altro elemento chiave del progetto è l’evoluzione tecnologica che, come evidenzia ad esempio il caso della telemedicina, può agire come potente acceleratore per adeguare l’offerta territoriale di servizi socio-sanitari alle esigenze  dei cittadini non autosufficienti

Tra gli esempi di efficace partnership pubblico-privato sociale spicca il progetto dei Centri Clinici NeMO, il network dedicato alle malattie neuromuscolari. Ciò che rende unico questo modello di cura è il valore dell’alleanza tra la comunità delle persone affette da queste patologie, le Istituzioni e la comunità scientifica che consente di dare risposte mirate a bisogni complessi, attraverso prestazioni sanitarie accreditate del Sistema Sanitario Nazionale.“Questa alleanza rende il progetto NeMO un esempio unico di sanità”, spiega Riccardo Zuccarino, direttore clinico del centro NeMO Trento aperto all’interno dell’Ospedale Riabilitativo Villa Rosa di Pergine Valsugana. “Attraverso un piano clinico assistenziale multidisciplinare ci prendiamo cura della persona nella sua totalità e lavoriamo insieme per rispondere ai suoi bisogni specifici, creando le condizioni funzionali, cliniche e assistenziali necessarie alla realizzazione del suo progetto di vita”

Quello dell’Ecosistema trentino, sottolineano i promotori, vuole essere un progetto pilota per lo sviluppo di iniziative analoghe in tutto il Paese. Oggi, ha ricordato Ivana Pais, Professoressa Ordinaria di Sociologia economica all’Università Cattolica di Milano, nel welfare italiano sembrano emergere “una logica di mercato sempre più importante e una crescente attenzione per il tema della cura evidenziatasi dopo la pandemia”. Le risorse per implementare nuovi schemi fondati sulla sinergia tra pubblico e privato non mancano. I fondi del PNRR per il sostegno all’autosufficienza a livello nazionale previsti da qui al 2026, ricordano infine gli organizzatori, ammontano a oltre 7 miliardi.

Decisiva, sottolineano tutti i soggetti coinvolti nella Tavola Rotonda che ha concluso l’evento, è la partnership tra il pubblico e il privato che coinvolge diversi soggetti: dai protagonisti “naturali” come fondi sanitari e mutue locali, fino alle compagnie assicurative, chiamate a coprire prestazioni o fasce di bisogni non intercettate dai primi. “Siamo una provincia che eroga servizi di altissimo livello” ha dichiarato Giancarlo Ruscitti, Dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali della PAT. “Come azionista di Sanifonds, la Provincia ritiene necessario costruire la possibilità di un’integrazione dei modelli assistenziali per migliorare il benessere delle persone”.

In questo quadro il fattore demografico appare decisivo. “Con l’aumento della speranza di vita cresce anche il bisogno di assistenza: per affrontare questa sfida dobbiamo realizzare una sinergia tra pubblico e privato” ha affermato Alessandro Molinari, Amministratore Delegato e direttore di ITAS Mutua. “Grazie alla spinta di Sanifonds possiamo realizzare un sistema innovativo di assistenza capace di responsabilizzare tutti gli attori coinvolti” prosegue idealmente Michele Odorizzi, Presidente di Cooperazione Salute. “Lavoriamo con impegno per integrare i servizi al meglio e in modo esaustivo”. La conclusione è affidata ad Andrea Grosselli, Segretario Generale CGIL Trentino: “Viviamo in un’epoca di grandi sfide, a partire dal cambiamento climatico, che impattano sui nostri stessi stili di vita” ha dichiarato. “In questo contesto crediamo che il progetto per la long term care integrativa offra un sostegno reale consentendo di conciliare vita e lavoro nelle situazioni di non autosufficienza. La nostra presenza al Festival della Famiglia, in questo senso, non è casuale”.