
Milano è scesa in piazza per esprimere solidarietà alla comunità LGBT ungherese, dopo le intimidazioni e i divieti che hanno colpito il Pécs Pride, vietato dalla polizia ma ugualmente svolto grazie al coraggio di centinaia di persone.
“Nonostante le multe, gli atti di intimidazione e la presenza di gruppi di estrema destra, la marcia di Pécs è andata avanti. È la prova che la libertà e la dignità non si arrestano con un decreto.
L’Italia e l’Europa civile devono reagire: il silenzio dell’Unione Europea è inaccettabile. Non basta essere presenti quando le luci dei media si accendono su Budapest: serve una presa di posizione netta e coerente anche per chi resiste nelle città di provincia, lontano dai riflettori” dice Federica Valcauda Tesoriera di Europa Radicale.
“Il Pécs Pride ha sfidato un divieto ingiusto. È il segno che la libertà in Europa non è mai un dato acquisito, ma una battaglia quotidiana, per la libertà dell’individuo. L’Unione Europea deve essere l’unione dei diritti civili” aggiunge Claudio Uberti Presidente di Certi Diritti.
“L’Unione Europea deve smettere di essere timida. Servono sanzioni concrete, la sospensione dei fondi e un blocco di veto verso chi calpesta i diritti fondamentali. Io ci sarò sempre per questi temi, anche in consiglio comunale a Milano” sostiene Diana De Marchi, consigliera comunale del Pd Milano.
“Le persone LGBT ungheresi vengono multate, sorvegliate, insultate anche a Pécs, a Szeged, a Debrecen. Ieri è stato utilizzato il riconoscimento facciale per schedare le persone, che questo accada in Europa è spaventoso. E noi saremo con loro, sempre” aggiunge Chiara Squarcione di Europa Radicale e Certi Diritti.
Oggi, da Milano, un messaggio chiaro.
Hanno partecipato anche Arcigay Milano, l’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano, l’Associazione Radicale Adelaide Aglietta e l’Associazione Radicale Tonino Pascali.
La libertà non si vieta. La solidarietà non si spegne. L’Europa deve agire.