DONNE, CGIL CISL UIL A GOVERNO REGIONALE E ARS: SERVE UNA STRATEGIA PER LA PARITÀ DI GENERE

I sindacati hanno inviato al presidente della Regione, agli assessori regionali e ai gruppi parlamentari all’Ars, un documento che rivendica un piano straordinario per l’occupazione femminile e denuncia che sono le donne siciliane “a pagare più degli altri, nel lavoro, nella società, nel welfare”. In Sicilia “solo il 29% della popolazione femminile ha un posto di lavoro”…

PALERMO – Cgil Cisl e Uil chiedono una strategia della Regione per la parità di genere e il superamento dei pesanti gap che vedono le donne siciliane fanalino di coda nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione del 29,3%. “La strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 – hanno detto oggi le rappresentanti dei tre sindacati, Elvira Morana (Cgil), Rosanna Laplaca (Cisl) e Vilma Maria Costa (Uil) – può risultare insufficiente di fronte a una situazione di eccezionale gravità”.

“Va dunque riadattata – è scritto nel documento che Cgil Cisl e Uil hanno inviato al presidente della Regione, agli assessori regionali e ai gruppi parlamentari all’Ars – con l’apporto sinergico delle istituzioni, della consigliera di parità, dei sindacati, realizzando una strategia regionale per la parità di genere 2021-2026”. Uno dei punti chiave della strategia, per Cgil Cisl e Uil deve essere “un‘Agenda per la parità di genere che fissi le coordinate delle scelte del bilancio regionale, della pianificazione dei fondi del Pnrr coordinati con tutte le risorse Ue, per lo sviluppo e il benessere della comunità, la parità e l’inclusione”, si legge nel documento. I sindacati sollecitano anche, per la Sicilia, un “piano straordinario per l’occupazione femminile”. Inoltre, la creazione di un Osservatorio per “il monitoraggio ex ante ed ex post delle misure e un bilancio regionale di genere”. Cgil Cisl e Uil hanno messo a confronto i dati delle città metropolitane di Milano e Palermo.

E’ emerso che le donne della fascia d’età 15-64 anni inattive, a Palermo sono il 65% della popolazione femminile mentre a Milano sono il 31,8%. La crescita dell’occupazione femminile è anche ostacolata dalle insufficienze del welfare, con il carico dei lavori di cura che grava sulle donne, tanto che ben il 33% della popolazione femminile abbandona il lavoro dopo la nascita del primo figlio. “Perché la situazione cambi – ha osservato Elvira Morana, responsabile del dipartimento politiche di genere della Cgil Sicilia – ora il Parlamento regionale deve adeguare il sistema elettorale con la previsione della doppia preferenza di genere prevista peraltro dalla strategia nazionale”. Per i sindacati occorre anche cimentarsi con le sfide educative in un sistema in evoluzione che va verso la transizione energetica e digitale.

“I percorsi di formazione – ha detto Rosanna La Placa, segretaria regionale della Cisl siciliana – sono fondamentali per creare competenze adeguate al lavoro del futuro, soprattutto scientifiche e  tecnologiche, e per aiutare le giovani donne specialmente”. I sindacati sollecitano interventi sul welfare, “frammentario e lacunoso” precisa il documento, dagli asili nido alla sanità, con l’introduzione anche del criterio della lettura di genere per meglio rispondere ai bisogni e al diritto alla salute della popolazione femminile. “Una bambina che nasce in Sicilia – hanno rilevato Cgil Cisl e Uil – ha un’aspettativa di vita di tre anni inferiore rispetto a una bambina nata del Nord Est”. La coordinatrice pari opportunità della Uil Sicilia, Vilma Maria Costa, ha spiegato che “da più di un anno Cgil Cisl e Uil chiedono al governo della Regione il confronto sui temi dell’Agenda di genere. Nessuna risposta è arrivata. Ora è il momento di aprire a un confronto sistemico”.
Il documento, articolato in 6 macroaree, tratta anche delle molestie e delle violenze “nei luoghi di lavoro e negli ambienti di vita” e auspica che “la misura del Reddito di libertà venga attuata in Sicilia e diventi strutturale”. I sindacati denunciano ancora il ritardo del Parlamento siciliano che “ad oggi non ha approvato il disegno di legge sulla parità salariale”.
All’incontro promosso dai sindacati, che si è svolto nella sala Rossa dell’Ars, hanno partecipato Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd, e Roberta Schillaci, componente 5S della Commissione regionale antimafia.