Discarica Riceci, EveryOne Group: Il progetto è saltato. Ora attenzione all’inceneritore

Nell’àmbito delle azioni contro la discarica a Petriano-Riceci (PU), EveryOne Group – organizzazione internazionale per i diritti umani, l’ambiente e i beni culturali – incontrerà nelle prossime settimane gli enti competenti marchigiani che hanno facoltà, per legge, di autorizzare una discarica.

“Per realizzare una discarica – spiega Roberto Malini, copresidente di EveryOne – il proponente privato o partecipato deve ottenere un documento che si chiama ‘Autorizzazione Integrata Ambientale’ (AIA). Prima ancora, però, riceve la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), che valuta gli effetti dell’impianto sull’ambiente, la salute pubblica e il paesaggio”: EveryOne Group, nelle scorse settimane, si è appellato più volte contro il progetto a Riceci, invocando, riguardo alla VIA, la normativa che ne regola le linee guida ovvero la Direttiva 2011/92/Ue dell’Unione europea, modificata e aggiornata dalla direttiva 2014/52/Ue e recepita nell’ordinamento italiano con il D.Lgs. n. 104/2017.  

 

“La VIA è redatta da esperti – prosegue Malini – e deve considerare ogni possibile impatto della discarica sul sito, per salvaguardare la qualità dell’ambiente naturalistico, la sua integrità paesaggistica e la salute di chi vive nei pressi. In questa fase l’azienda proponente e gli enti chiamati ad autorizzare dialogano e la cittadinanza deve essere resa partecipe in modo completo e trasparente”. Secondo la legislazione vigente, una discarica è considerata come l’ultima opzione prevista per il trattamento dei rifiuti, una volta accertata l’impossibilità di soluzioni alternative. Dunque, quando le istanze della società civile dimostrano come l’impianto non sia compatibile con un sito, il progetto deve essere abbandonato. “È sorprendente come, invece, si sia insistito sulla discarica di Riceci, nonostante il parere di esperti, fra cui lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi, cui hanno fatto eco legali, politici e tante autorevoli figure legate alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio”. Dopo aver descritto come funzioni la VIA, è importante inquadrare la procedura per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Anche qui, vi è una normativa da rispettare: Titolo III.bis, della Parte Seconda, del D.Lgs. 152/2006;  decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, di attuazione della direttiva Ue 2018/851.

 

“Riguardo alle Marche – afferma Malini – le Autorizzazioni Integrate Ambientali sono di competenza della Provincia, come spiega la Legge regionale n. 24/2009. Questo è il motivo per cui l’azienda, per voce del suo presidente, ha demandato la cessazione del progetto per Riceci al diniego formale da parte del presidente della Provincia, Giuseppe Paolini, che EveryOne Group incontrerà molto presto. Visto che il diniego è già stato comunicato a mezzo stampa in più occasioni, non è mero ottimismo considerare ormai cancellato il progetto per la discarica a Riceci. Questo, dopo che le società promotrici dell’impianto hanno già valutato come impossibili progetti analoghi nel Montefeltro. Sorprende come la Soprintendenza delle Marche non abbia negato a priori il nulla-osta per Riceci, bloccando il progetto prima delle legittime contestazioni da parte della società civile”.

 

Dunque, pericolo scampato? “Non del tutto – conclude l’attivista di EveryOne Group – perché se la competenza, nell’àmbito della Conferenza dei servizi, riguardante una discarica è della Provincia, è invece la Regione a valutare l’impatto e a rilasciare l’Autorizzazione Integrata Ambientale in relazione a nuovi impianti di incenerimento e coincenerimento (art. 237 – vicies, del D.Lgs. n. 152/2006). Ecco perché la società civile, con i suoi comitati, le associazioni, i cittadini pronti a scendere in campo, deve ancora vigilare, per evitare che al sollievo per la fine imminente del progetto della maxi discarica possa seguire l’annuncio del progetto di un nuovo inceneritore a Riceci. Non sembra probabile, dato che sono già emersi precisi elementi ambientali, paesaggistici, storici e tradizionali inconciliabili con l’invasività e la tossicità di qualsiasi impianto per i rifiuti, ma di questi tempi, dopo quanto è accaduto, meglio non rilassarsi…”.

 

Nella foto, un momento dell’assemblea pubblica dell’8 luglio a Urbino