“Diamo Linfa al bene” Libera Sicilia

Una firma e una cartolina per far vivere i beni confiscati nel Paese. “Diamo linfa al bene” è la nuova grande mobilitazione di raccolta firme di Libera nel trentennale della legge109/96, quando con un milione di firme l’Italia scelse di restituire alla collettività ciò che le mafie avevano sottratto. “Oggi il denaro sequestrato e confiscato costituisce il Fondo Unico di Giustizia (FUG) – si legge nel testo della petizione -. Chiediamo che una piccola parte di ciò che deriva da atti criminali possa essere reinvestita per cambiare volto ai beni confiscati e rigenerare i territori feriti dalla presenza mafiosa. Basterebbe il 2% del FUG perché il denaro sottratto torni a far crescere il bene comune: scuole, cooperative, comunità, futuro. Basta poco per far rifiorire il Bene. Quel 2% può cambiare molto, se diventa un impegno concreto dello Stato”.

Le cartoline firmate saranno spedite per aprire una vertenza pubblica e diretta verso il Governo, con l’obiettivo di rimettere al centro del discorso pubblico la consapevolezza che la lotta a mafiosi e corrotti è un bene comune. Primi firmatari della petizioni: Luigi Ciotti e Francesca Rispoli, presidenti nazionali di Libera, Gian Carlo Caselli e Nando Dalla Chiesa presidenti onorari di Libera, e diversi familiari di vittime innocenti delle mafie: Margherita Asta, Cristina, Guido e Paola Caccia, Roberta Congiusta, Marisa Diana, Mario Esposito, Marisa Fiorani, Stefania Grasso, Giovanni e Luisa Impastato, Daniela Marcone, Dario e Luigi Montana, Matilde Montinaro, Bruno Vallefuoco, Raffaella e Vincenzo Landieri, Paolo Siani, Lorenzo, Alessandra e Francesco Clemente-Ruotolo.

La nuova mobilitazione di Libera è stata presentata oggi e si inserisce nell’ambito della campagna nazionale “Fame di verità e giustizia”, che da maggio sta attraversando il Paese, da Nord a Sud, per animare il dibattito pubblico con l’obiettivo di riscrivere l’agenda in tema di lotta alle mafie e corruzione. A partire dai prossimi giorni sarà possibile firmare le cartoline online sul sito di Libera (https://www.libera.it/it-schede-2785-diamo_linfa_al_bene) e fisicamente nelle varie iniziative che saranno promosse nelle piazze in tutta Italia e nelle sedi territoriali di Libera.

I dati sui beni confiscati in Sicilia

In occasione del lancio della raccolta firme Libera ha elaborato i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 10 novembre 2025): la Sicilia è la prima regione per beni confiscati e destinati: 8.141. Sono invece in totale 21.626 gli immobili ancora in gestione e in attesa di essere destinati: 8.429 sono in Sicilia, anche in questo caso prima per numero a livello nazionale. 650 sono i beni in regione destinabili pronti ad essere riutilizzabili. Ma il fatto che rimangano vuoti è un segno chiaro: non possono diventare strumenti di racconto di quello che erano e di quello che possono essere, beni che tornano alla collettività, per il bene comune.

Libera ha presentato anche la fotografia delle esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati: sono 1132 i soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, ottenuti in concessione dagli Enti locali, in ben 18 regioni, in 398 comuni. Un Paese con 1132 soggetti della società civile organizzata che gestiscono beni confiscati, più di 600 associazioni di diversa tipologia, oltre 30 scuole, di ogni ordine e grado, che usano gli spazi confiscati come strumento didattico, che incidono nel tessuto territoriale e costruiscono economia positiva. Un Paese che ha reagito alla presenza mafiosa e con orgoglio si è riappropriato dei suoi spazi. Una rete di esperienze in grado di fornire servizi e generare welfare, di creare nuovi modelli di economia e di sviluppo, di prendersi cura di chi fa più fatica. La regione con il maggior numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 297 soggetti gestori, seguono la Campania con 186, la Lombardia con 159 e la Calabria con 147.

Le dichiarazioni della co-presidente di Libera Francesca Rispoli

“Trent’anni fa, con la legge 109/96, l’Italia ha scelto di restituire alla collettività ciò che le mafie avevano sottratto. Da allora – commenta Francesca Rispoli, copresidente di Libera – più di 1200 esperienze di riuso sociale raccontano un Paese che ha saputo reagire, trasformando luoghi criminali in presìdi di democrazia, lavoro e inclusione. Con questa raccolta di cartoline, un’azione concreta che parte dal basso, vogliamo dare linfa a tutte quelle esperienze di rigenerazione che insieme abbiamo fatto partire, e rilanciare le pratiche di riuso sociale dei beni attraverso la destinazione di risorse pubbliche che incentivino lo spirito della 109/96. Questo sarebbe possibile e sostenibile utilizzando una piccola quota delle risorse del Fondo Unico di Giustizia istituito per centralizzare e gestire le risorse finanziarie recuperate dallo Stato attraverso sequestri, confische (penali, amministrative o di prevenzione). Se anche solo una piccola parte di queste risorse venisse messa al servizio delle realtà che gestiscono beni confiscati, in maniera continuativa e stabile, si potrebbero sostenere esperienze di inclusione e coesione in tutta Italia, facendo veramente cambiare volto ai patrimoni illeciti e rigenerando i territori con un segnale forte contro mafie e corruzione”.

 

In occasione dell’iniziativa promossa dalle volontarie e dai volontari di Libera Palermo – “Domande Libere” – in programma lunedì 17 novembre, a partire dalle ore 16:00, presso la Bottega dei Saperi e dei Sapori della legalità in Piazza Castelnuovo 13, bene confiscato in uso al coordinamento palermitano, sarà avviata la raccolta firme per la campagna DIAMO LINFA AL BENE. Altro momento di raccolta firme in Sicilia, è in programma il 26 novembre a Messina, a partire dalle ore 18:00, presso Spazio Saraj, bene confiscato alle mafie sito in Via C. Citarella 33.