Di Marco (Anf): Riforma? Per un caffè non cambi costituzione

Milano. “Per un caffè non si cambia la Costituzione”. È netto il parere di Giampaolo Di Marco, segretario dell’Associazione nazionale forense, sulla separazione delle carriere della riforma della Giustizia. Il segretario si è espresso in occasione del flash-mob promosso dall’Anm sulle scale del Palazzo di giustizia di Milano oggi pomeriggio, che con Costituzione in mano hanno ribadito le loro perplessità sulla riforma del Governo e che sentono una volontà di “colpevolizzare” i giudici, come ripetuto dal presidente Anm Cesare Parodi.

“Oggi si affronta un tema particolare, che è quello della separazione delle carriere, che apparentemente divide gli avvocati dalla magistratura- spiega Di Marco a margine di un incontro successivo alla protesta all’interno del Tribunale promosso sempre dall’Anm- noi siamo qui oggi per testimoniare una voce diversa, non proprio distonica da quella del resto dell’avvocatura”. In questo senso, sottolinea che “se il problema è che i magistrati giudicanti e requirenti devono essere separati per ragioni di carattere ambientale noi diciamo che per un caffè non si cambia la Costituzione”. Infatti, prosegue Di Marco, “toccare il testo costituzionale lo si fa per ragioni estremamente particolari, soprattutto quando questo riguarda un potere dello Stato che è quello della giustizia. Siamo qui per riflettere insieme con l’auspicio che questo cammino di dialogo possa proseguire su tanti altri temi della giustizia che talvolta ci vedono anche contrapposti ma che forse riconducendosi nella forma del dialogo e del confronto, possono trovare il giusto equilibrio”, manda a dire Di Marco. A tal proposito, bisognerà anche capire la posizione del Governo, con cui è “necessario” trovare un punto di incontro.

“C’è bisogno di un nuovo progetto che riguardi la giustizia, in quanto fra poco meno di un anno cesserà l’evento Pnrr e vorremmo capire cosa ne resterà della giustizia post-pandemica- insiste Di Marco- non mi aspetto che il potere esecutivo decida di stravolgere il potere giudiziario senza trovare un punto di equilibrio su questo fronte della separazione delle carriere, che è caro alla magistratura, ma anche su tutti gli altri temi della giustizia, che sono quelli che poi riguardano anche l’avvocatura e i cittadini”.