DEPRESSIONE E MATERNITÀ, FOCUS A CATANIA: OLTRE IL 21% DELLE DONNE COLPITE IN GRAVIDANZA E IN PUERPERIO. UN ALLARME SOCIALE DA AFFRONTARE INSIEME

CATANIA – Oltre il 21% delle donne soffre di sintomi depressivi durante i primi tre mesi di gravidanza, con un tasso di depressione perinatale che raggiunge anche il 18% entro il primo anno dopo il parto. Sono i dati emersi durante l’intervento di Giuseppe Ettore – direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’ARNAS Garibaldi e presidente della Fondazione “Salute e Cultura” – durante la sua relazione scientifica in occasione del convegno sul disagio sociale e depressione post parto, promosso dall’associazione “Professioni per Equità”.

Difficoltà a vivere all’interno della società, a fronteggiare nuovi ritmi e condizioni di vita sono alcuni degli effetti causati dalla PPD che, a volte, può sfociare in epiloghi tragici e atti estremi da parte delle neo mamme. Il disagio sociale e il crollo psicofisico che seguono la gravidanza sono condizioni spesso sottovalutate o ignorate, ma sempre più rilevanti e di interesse per la società. «Alcuni sintomi della depressione perinatale possono apparire simili a quelli di altre condizioni comuni, come l’insonnia e i sensi di colpa – spiega Ettore – Tuttavia, esistono sintomi specifici e riconoscibili che permettono una diagnosi più precisa, quali il disordine nella relazione madre-bambino, il disturbo da stress e i disturbi da ansia. Manifestazioni che spingono la donna a sentirsi in colpa o inadeguata, con ripercussioni sul bambino e, in alcuni casi, sul partner – continua Ettore – Eppure, il 50% delle donne affette da depressione perinatale non chiede aiuto. È da considerare inoltre l’impatto della PPD sui padri che può innescare quadri di depressione paterna».

Queste le condizioni che spingono a una riflessione più ampia sulla diagnosi precoce, sulla cura e sul sistema sanitario, che deve garantire sicurezza e umanità, riscoprendo il valore e il significato della maternità e della famiglia, sempre più in discussione a causa dei ritmi sociali. Ma anche un confronto che porti a individuare delle linee-guida condivise, screening sistematici, trattamenti mirati e considerando la presenza di psicologi nei reparti di ostetricia e di neonatologia.

Un’idea di network tra le parti sociali (istituzioni, imprese, ordini professioni, associazioni) che è stato cuore pulsante dell’incontro, «considerando che il tema non riguarda solo l’ambito medico o sanitario, ma un insieme di fattori culturali, sociali e ambientali – spiega Maristella Portelli, presidente di “Professioni per Equità” e componente della Commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale del Notariato – Motivo per cui riteniamo che non soltanto medici, psicologi e assistenti debbano dare il proprio contributo, ma anche la magistratura, l’avvocatura, i politici e le professioni in genere, in un confronto interdisciplinare che consenta di trovare delle soluzioni vincenti». Iniziativa sposata da diversi attori del territorio. Dal Comune di Catania, per cui è intervenuto l’assessore ai Servizi Sociali Bruno Bucchieri, agli Ordini professionali etnei. Tra i saluti Alessandro Amaro (presidente dell’Ordine Architetti PPC), Marilena Parisi (consigliera Ordine Avvocati), Tito Giuffrida, (vicepresidente Odcec Catania), Giusy Di Paola (consigliera dei Geometri), Alfio Saggio (presidente Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) e Patrizia Pistorio (consigliera Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Catania e Caltagirone).

Alla tavola rotonda – moderata dalla giornalista Assia La Rosa – sono intervenuti esperti in vari campi. Antonella Di Stefano (direttore Pediatria e Pronto Soccorso Pediatrico dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro) e Rosa Zito(responsabile Servizio Sociale della stessa struttura) hanno sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare nel trattamento del disagio sociale e nella cura delle neomamme, mettendo in evidenza l’importanza di una rete di supporto a livello ospedaliero e territoriale, che consenta di individuare i casi anche dall’atteggiamento e dalla condizione di salute dei bambini. Carmelo Florio(direttore Dipartimento Salute Mentale dell’ASP di Catania) ha posto l’accento sulla necessità di potenziare i servizi psichiatrici e psicologici, per una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato della depressione post partum. Gea Marzia Oliveri Conti (docente di Igiene generale e applicata dell’Università di Catania) ha puntato l’attenzione sulla relazione tra la qualità ambientale e dell’alimentazione e la gravidanza, evidenziando come ambienti accoglienti, verdi e poco rumorosi contribuiscano a un parto con meno rischi. Fabio Scavone (procuratore aggiunto del Tribunale di Catania) ha evidenziato il ruolo delle istituzioni giuridiche nella tutela delle donne e dei minori. Francesco Ciancitto (componente Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati), invece, ha sottolineato l’impegno politico sul tema, con un disegno di legge che, oltre ai bonus fiscali, preveda anche un’assistenza fino a 30 mesi dopo il parto. Infine, Denise Caruso (presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati) ha evidenziato l’importanza dell’uguaglianza delle opportunità e del rispetto anche nel contesto della maternità. In chiusura, la sintesi è stata affidata a Elisabetta Battaglia(tesoriere dell’Ordine dei Medici e componente dell’associazione “Professione per Equità”).