Denatalità, infertilità, spopolamento e sostenibilità al centro dell’evento Rinascere nei borghi con la Ministra Eugenia Roccella

AVELLINO – Si è appena concluso l’evento “Rinascere nei borghi”, organizzato dalla Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU) e da EcoFoodFertility – Associazione di Promozione Sociale a Scopo Scientifico –  con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute, della Regione Campania, dell’ANCI e della Provincia di Avellino, a cui hanno partecipato  personalità del mondo medico-scientifico, della ricerca, politico, ecclesiastico e culturale, imprenditoriale, sociale del nostro Paese tra cui Eugenia Roccella, Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità.

L’evento ha affrontato i temi molto attuali e collegati tra loro della denatalità, infertilità, spopolamento e sostenibilità con uno sguardo a 360 gradi, grazie all’approccio multidisciplinare che caratterizza gli enti organizzatori, da sempre attenti agli aspetti della prevenzione, della ricerca e della clinica calati nella realtà sociale del Paese. L’iniziativa è stata ospitata nel piccolo e bellissimo comune di Zungoli, in provincia di Avellino – provincia con i più bassi tassi di natalità nel nostro Paese – simbolo dell’Italia che sta scomparendo.

 

“C’è bisogno di misure integrate e continuative per la risalita demografica del Paese – ha dichiarato Luigi Montano, UroAndrologo, Coordinatore EcoFoodFertility e Past President Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU) – perché i fattori che influiscono sulla denatalità non sono solo di natura socio-economica e culturale, ma anche sanitaria e più propriamente biologica. Purtroppo, assistiamo a una crisi ingravescente della capacità riproduttiva dell’uomo che deriva non solo da cattivi stili di vita, ma anche e soprattutto da fattori ambientali, le cui evidenze scientifiche risultano sempre più numerose e su cui vi è ancora scarsa consapevolezza sia a livello politico che, sanitario”.

 

Tale tendenza alla decrescita ed alla denatalità, già da tempo riscontrabile nella maggior parte del mondo occidentale ma anche nei paesi emergenti, colpisce tuttavia con estrema gravità il nostro Paese, i cui tassi sono fra i più bassi al mondo (1,24), così come per altre nazioni a noi vicine (Grecia, Spagna, Malta) molto al di sotto della soglia di sostituzione (2.1) della popolazione.

 

Un fenomeno che secondo l’ultimo rapporto ISTAT 2023 presentato il 7 luglio alla Camera dei Deputati è particolarmente sentito nei piccoli comuni, nelle numerose aree marginali (le c.d. Aree interne), lontane dalla costa e dai grandi centri, che si aggiunge al grave problema dello spopolamento. In Italia, infatti, ci sono 5.529 comuni sotto i 5mila abitanti, che rappresentano il 70% del numero totale dei comuni italiani. Si tratta di realtà che ospitano il 16,5% della popolazione nazionale ma rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Nel Comune di Zungoli gli amministratori locali con tanto sforzo stanno mettendo in campo politiche volte ad arginare il fenomeno dello spopolamento e della stessa denatalità tipico delle aree interne, e la scelta di ospitare l’evento vuole rappresentare un segnale importante di riscatto per queste aree dove socialità, sostenibilità possono rappresentare un’opportunità di crescita.

 

È da questi luoghi che si può e si deve ripartire perché più vicini ad un modello di socialità e umanizzazione, dove stili di vita più sani, ambiente più salubre possono rappresentare nell’insieme le nuove direttrici per investimenti adeguati al contesto (che tengano cioè conto di ogni tipicità locale in termini antropici, culturali, economici, ambientali, etc.) e coordinati con interventi volti a promuovere l’imprenditorialità locale. In tale cornice, valorizzare  filiere produttive locali, quelle relative al settore agroalimentare (essenziale, peraltro, anche per le sue ricadute sulla gestione del territorio, delle sue risorse e dei biosistemi), investire in servizi innovativi alla persona, incentivare il turismo rurale e sostenibile, spingere su politiche di tutela ambientale  investendo in energie rinnovabili e sviluppare infrastrutture digitali, potrà rappresentare la base per la costruzione di un ecosistema in equilibrio tra uomo e natura, fatto di infrastrutture che garantiscono mobilità, elemento che a sua volta favorisce la produzione e la cooperazione fra le  imprese, la società civile e la Pubblica Amministrazione.

 

“Sul fronte puramente clinicoha commentato Paola Piomboni, Biologa, Presidente SIRU – considerando le difficoltà di accesso e le disuguaglianze finora riscontrate fra le regioni, l’ingresso della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) nei LEA da gennaio 2024, potrà contribuire ad innalzare il tasso di natalità da tecniche di fecondazione assistita che attualmente rappresenta il 2.5% su scala nazionale. Un accesso alle tecniche di PMA più semplice e diffuso su tutto il territorio nazionale oltre ad una equa ripartizione dei costi può aiutare la risalita demografica, ma ciò non toglie che debbano essere avviate nel brevissimo tempo misure strutturate ed integrate di sostegno alle giovani coppie, fondamentali per favorire la scelta consapevole di avere un figlio nel periodo in cui la fertilità è al suo culmine (18-32 anni) per il concepimento”.

 

“In questa direzione – propone Montano – sarebbe auspicabile che il Governo prevedesse una sorta di bonus maggiorato, un Superbonus, o comunque incentivi e sostegni molto più importanti di quelli finora proposti per coloro che mettono al mondo più figli nella fascia d’età 18-32 anni. In sintesi, un sostegno crescente in base al numero di figli ma soprattutto che punti ad anticipare l’età in cui le coppie decidono di concepire il primo figlio” continua Montano. “Il vantaggio di incentivare l’abbassamento dell’età di concepimento sono duplici: da un lato le coppie avranno più tempo per pianificare un’ulteriore gravidanza nella loro migliore età biologica e contribuire ad accelerare la risalita demografica del Paese in cui si sconta un ritardo di almeno due decenni, dall’altro si potranno prevenire tutte quelle patologie che sembrano essere sempre di più associate agli effetti cumulativi dell’età avanzata uniti a quelli ambientali e a errati stili di vita che di fatto inducono un invecchiamento precoce dei gameti con alterazioni epigenetiche e genetiche che portano non solo a difficoltà di concepimento, maggiore incidenza di patologie ostetriche e neonatali, ma anche a patologie del neurosviluppo sempre più frequenti, tumori nell’infanzia, in età adulta e addirittura nelle successive generazioni. Insomma, un beneficio complessivo vi sarebbe per la salute globale della popolazione italiana e con riduzione importante dei costi sanitari oggi sempre più insostenibili”.

 

Su questo tema si è espressa anche la Ministra Eugenia Roccella durante il suo intervento all’iniziativa Rinascere nei Borghi: “Il governo è impegnato a sostenere le famiglie con politiche attive sia sotto il profilo economico che culturale. In particolare, per favorire la natalità non serve solo l’impegno economico ma anche una visione del futuro. Intervenire oggi per i giovani che progettano di avere figli e che vanno liberati dall’idea di essere soli di fronte alle tante sfide che comporta avere un bambino, dal garantire compatibilità tra lavoro e famiglia per le mamme fino ad un sistema di welfare che accompagni la famiglia fino alla maggior età”.

 

Un elemento determinante per contrastare il crescente fenomeno dell’infertilità maschile denunciato dal Dottor Montano, è quello di favorire il controllo della capacità riproduttiva negli uomini.

“É fondamentale sensibilizzare i giovani maschi a sottoporsi alla visita andrologica fin dalla giovane età per prevenire malattie che, se non curate tempestivamente, possono sfociare in Infertilità” – ha affermato Egidio Fino, Andrologo Presidente SIRU)

 

“É evidente che, in linea generale, questo declino riproduttivo può essere contrastato soprattutto con un’accelerazione verso l’ecoriconversione del pianeta per ridurre i tassi di inquinamento. In quest’ottica il Laudate Deum di Papa Francesco rappresenta un forte stimolo per la salvaguardia del pianeta e di tutte le specie viventi oggi tutte a rischio altissimo di estinzione, compresa quella umana” aggiunge Montano.

Un orizzonte di prospettiva di difesa della salute pubblica non può prescindere da un forte e deciso impegno educativo e formativo da parte delle istituzioni presso le scuole di ogni ordine e grado sui temi della tutela ambientale, così come sulla conoscenza dei rischi espositivi a insulti nocivi fisici e chimici, sulla consapevolezza alimentare, stili di vita, al fine formare generazioni consapevoli non solo della propria salute complessiva, ma anche della propria funzione sociale per la crescita e l’avanzamento complessivo nel territorio di pratiche e azioni volte alla sostenibilità che, nell’insieme, permettono di ridurre le diseguaglianze territoriali e migliorare la qualità della vita nelle aree interne. Creare così una cultura di cittadinanza attiva che educhi a buone pratiche e conoscenza i cittadini per rafforzare il rapporto con il territorio (bisogno di identità territoriale, ricerca del “genius loci”, buone pratiche agricole, buone pratiche di sostenibilità ambientale, esperienze territoriali di associazionismo) con il risultato di renderlo funzionante sotto ogni aspetto, pronto ad accogliere e/o favorire la creazione di nuclei familiari che possano raccogliere le sfide del presente e del futuro.

 

Adriano Bordignon, Presidente del Forum delle Famiglie: “Questa nostra generazione ha il dovere di farsi responsabile del futuro e della sostenibilità del nostro Paese. Squilibrio demografico e spopolamento delle aree interne stanno segnando il nostro destino. Solitudine ed isolamento dei più anziani sono fenomeni sempre più preoccupanti ed incombenti che richiedono interventi strutturali di carattere sanitario e sociale. È necessario sostenere gli amministratori dei piccoli borghi delle aree interne con una progettazione di respiro europeo e regia nazionale, orientata a rilanciare la natalità. Politiche abitative dedicate, lavoro di qualità per i giovani e donne, servizi territoriali per l’infanzia ed il caregiving, trasporti, politiche abitative particolarmente favorevoli, integrazione tra digitalizzazione spinta e tradizione culturale agricola ed enogastronomica sono i pilastri di un possibile rilancio. Serve coraggio e lungimiranza”.

 

Sono intervenuti all’evento: Sabrina Prati – Direttore ISTAT, Filippo Anelli – Presidente Nazionale Ordine Medici e Chirurghi, Sara Terenzi – Direzione Generale Prevenzione del Ministero della Salute, Gigi De Palo – Presidente Fondazione per la Natalità,  Claudio Gubitosi – Fondatore e Direttore del Giffoni Film Festival, Mons. Antonio Di Donna – Presidente CEI Campania, Gennarino Masiello, Vicepresidente Coldiretti Nazionale, Stefania Brancaccio, imprenditrice e Segretaria Nazionale UCID, Ermete Realacci, ex parlamentare e primo firmatario legge sui piccoli comuni.