
I dati diffusi da Istat offrono un quadro aggiornato delle condizioni di vita dei minori in Italia, inclusa la deprivazione materiale e sociale oltre che informazioni rilevanti su quella alimentare. Nel 2024, l’11,7% dei bambini e ragazzi sotto i 16 anni vive in condizioni di deprivazione materiale e sociale, con almeno tre segnali di disagio tra i 17 indicatori previsti per questa fascia di età. Rispetto al 13,5% registrato nel 2021, il dato è in lieve calo, ma le disuguaglianze restano profonde: nel Mezzogiorno l’incidenza raggiunge il 21,1%, più del doppio rispetto al Nord (7,8%) e oltre cinque volte il valore del Centro (4%). All’interno di questo quadro, la deprivazione alimentare rappresenta una forma particolarmente rilevante di povertà minorile, poiché incide direttamente sulla salute e sul benessere psico-fisico.
Anche su questo fronte si rileva una flessione: la quota di minori che vivono in famiglie che non riescono ad acquistare il cibo necessario è scesa dal 4,9% al 3,1%, mentre la percentuale di chi non consuma almeno un pasto proteico al giorno – per motivi economici – passa dal 2,5% del 2021 al 2,3%. Considerando almeno uno dei due segnali di disagio alimentare rilevati da ISTAT, nel 2024 risulta in condizione di insicurezza alimentare il 4,9% dei minori. Il dato è in calo rispetto al 5,9% del 2021, ma il fenomeno mostra ancora forti divari sociali e geografici. Nel Mezzogiorno la quota sale all’8,9%, nelle famiglie monogenitoriali all’8,2%, mentre tra gli adolescenti tra i 12 e i 15 anni si attesta al 5,2%: un dato in calo rispetto al 5,7% del 2021, ma comunque superiore alla media nazionale. Nel 2021, a registrare l’incidenza più elevata erano i bambini tra i 6 e gli 11 anni (6,3%), che nel 2024 scendono al 4,7%. Oggi, invece, gli adolescenti rappresentano la fascia d’età relativamente più esposta alla povertà alimentare, segnalando un rischio persistente anche nelle fasi successive dell’infanzia.
“Parliamo di bambini e adolescenti che non hanno la possibilità di alimentarsi in modo sufficiente e nutrizionalmente adeguato. In particolare, per gli adolescenti l’esperienza alimentare è spesso segnata da rinunce e mancanza di scelta. Le difficoltà economiche delle famiglie li portano a vivere il cibo con disagio, vergogna e senso di esclusione. Comprendere i molteplici impatti della povertà alimentare sui minori – soprattutto sul loro benessere fisico ed emotivo – è quindi fondamentale per sviluppare interventi efficaci e politiche di contrasto realmente adeguate” dichiara Roberto Sensi, Responsabile del Programma povertà alimentare di ActionAid Italia.
Attualmente, l’Italia continua a puntare quasi esclusivamente sull’erogazione di aiuti alimentari che – pur importanti per alleviare situazioni di deprivazione materiale – intervengono solo in parte sulle cause strutturali della povertà alimentare. Emblematico è il caso della mensa scolastica: pur essendo uno strumento chiave nella prevenzione della povertà alimentare, non è riconosciuta come servizio essenziale né garantita in modo universale. “Oggi una famiglia può accedere agli aiuti alimentari con lo stesso ISEE che non le consente l’esenzione totale dal pagamento della mensa scolastica, quando presente. Un paradosso che alimenta disuguaglianze territoriali e ostacola il contrasto strutturale alla povertà minorile”, conclude Sensi.
L’impegno di ActionAid. A partire dal 2022, ActionAid ha approfondito le conseguenze della povertà alimentare tra gli adolescenti, evidenziando come questa non riguardi solo aspetti nutrizionali, ma abbia un impatto più ampio sul benessere psicologico, emotivo e relazionale. ActionAid chiede pertanto al Governo e alle istituzioni di riconoscere il cibo come diritto umano fondamentale e di adottare misure strutturali, coordinate e universali per garantire un’alimentazione adeguata a tutti i bambini e adolescenti in Italia. Inoltre, l’organizzazione – in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, il Laboratorio Percorsi di Secondo Welfare e con il sostegno della Fondazione Cariplo – sta conducendo un progetto di ricerca con l’obiettivo di sviluppare uno strumento statistico capace di rilevare anche il disagio emotivo associato alla povertà alimentare tra gli adolescenti.