Da Pesaro all’Unione europea, un progetto sostenibile per eliminare da siti archeologici e giardini il pericoloso glifosato

di EveryOne Group

Tra le antiche pietre lungo Via delle Galigarie, a Pesaro, dove le mura romane s’intrecciano con l’orma dei Piceni, si affronta un bivio cruciale: continuare a invadere il suolo con erbicidi chimici o sperimentare un modello di convivenza autentica tra natura e patrimonio.

La rinuncia all’uso di erbicidi chimici è parte di un’iniziativa pilota per la manutenzione e valorizzazione del sito archeologico, promossa dal Cenacolo “Pesaro città d’arte e cultura”, in collaborazione con il Dipartimento Ambiente e Sostenibilità del Comune. L’obiettivo è sostituire le sostanze tossiche e patogene, in particolare il controverso glifosato, con metodi di gestione biologica e meccanica delle piante invasive, tutelando al contempo integrità architettonica, biodiversità e salute dei visitatori.

Il glifosato, erbicida di largo impiego in agricoltura e nella manutenzione del verde pubblico, rappresenta oggi una delle sfide più urgenti per la salute umana, animale e dell’ambiente. Nonostante l’autorizzazione di uso continuativo da parte delle autorità europee, numerosi studi — tra cui quelli dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) — hanno evidenziato possibili effetti “probabilmente cancerogeni” e impatti significativi sulla biodiversità: dalla contaminazione del suolo e delle falde acquifere, fino al declino delle popolazioni di api e altri insetti impollinatori.

La storia dei siti archeologici, spesso frequentati da famiglie e scolaresche, non può prescindere dall’integrità stessa dei materiali antichi né dal benessere dei visitatori. Qui, residui di glifosato si depositano accanto a reperti millenari, imponendo una riflessione profonda sul valore della tutela culturale intesa come custodia globale: di storia, di ambiente e di salute.

Roberto Malini, storico e attivista culturale con un Master in Sostenibilità (e il Premio Rotondi quale “salvatore dell’arte”), referente del Cenacolo e co-presidente di EveryOne Group, ha colto questa sfida: proporre un’alternativa che non sacrifichi il rispetto per l’eredità millenaria alla fretta dell’efficacia chimica. La sua esperienza in tecniche di gestione ecocompatibile e in progettazione di interventi green nel settore culturale gli ha permesso di concepire un piano che unisce rigore scientifico e cura artigiana. “La risposta del Dipartimento Ambiente e Sostenibilità del Comune è stata confortante,” ha detto Roberto Malini, “così come l’interesse da parte della Commissione europea, perché si tratta di un’istanza a difesa dell’ambiente e della salute umana, animale e vegetale. Sembra un piccolo passo, quello che si vuole percorrere, ma l’uso di erbicidi chimici non è cosa da poco e spesso contamina gravemente aree verdi anche estese, con conseguenze considerevoli sia sulla flora e fauna locali che sulla qualità della terra e delle vene acquifere. Con importanti conseguenze sul benessere sanitario della gente”.

Il progetto “Gestione sostenibile della vegetazione ‘invasiva’ in via delle Galigarie e la risposta della Commissione europea

All’alba, le prime luci tingono di ambra le rovine. Le antiche mura, testimoni di millenni, slanciano archi e merli verso un cielo che sa di mare. Ma tra i ciottoli, un verde spontaneo avanza, silenzioso e tenace, pronto a riconquistare spazio. Qui, l’invasione non è soltanto botanica: è la sfida a un paradigma che, sinora, ha ammesso un solo rimedio — il glifosato.

“Archeologia e natura possono convivere”
Recita una targa discreta, posata lungo il sentiero. È un invito a guardare il paesaggio con occhi nuovi.

In sinergia con il Dipartimento Ambiente e Sostenibilità, il Cenacolo propone un percorso suddiviso in fasi:

  1. mappatura selettiva delle specie, per distinguere le “intruse” dalle pioniere autoctone;
  2. pulizia meccanica, con zappe e forbici: un gesto lento, artigianale, che rispetta l’integrità dei resti archeologici;
  3. controlli periodici, con rilievi fotografici georeferenziati, capaci di raccontare l’evoluzione del sito;
  4. coinvolgimento comunitario, attraverso visite guidate e workshop, perché la cittadinanza diventi custode attiva del proprio passato.

L’alleanza con l’Istituto Centrale per il Restauro e il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura mira poi a sperimentare tecniche all’avanguardia, dalla biostruzione vegetale a nuovi sistemi di estrazione meccanica.

Oltre il confine: una sfida virtuosa che diventa europea

Nel cuore di Bruxelles, tra corridoi di marmo e mappe dell’Unione, la proposta ha attirato l’attenzione del Commissario per la salute e il benessere degli animali Olivér Várhelyi. La dott.ssa Denise Monas, sua assistente, ha risposto con un’e-mail inviata a Roberto Malini:

“Il Commissario Várhelyi è rimasto molto interessato, dopo aver analizzato la vostra documentazione e ha chiesto che venga trasmessa anche alla Direzione-Generale SANTE (Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare, guidata de Sandra Gallina) per competenza e seguito”.

Con questo passaggio, il progetto di Pesaro attraversa i confini della tutela paesaggistica e approda all’arena della salute pubblica e della sicurezza ambientale della Commissione Europea.

In un’Europa che ha promesso di ridurre all’addio gli erbicidi più pericolosi entro il 2030, Pesaro potrebbe diventare il laboratorio di una rivoluzione silenziosa. Qui, tra rovine e radici, se il Comune rimarrà sulla via ‘verde’ riguardo alla manutenzione delle antichità, si sperimenterà un’idea di sostenibilità che non sacrificherà la memoria alla fretta dell’efficienza chimica.

Ci si chiede quale sarà il prossimo capitolo? Beh, i tecnici della DG SANTE esamineranno il dossier, valuteranno costi, benefici e possibili finanziamenti comunitari, dai fondi LIFE alle misure di Horizon Europe. Nel frattempo, la comunità di Pesaro raccoglie dati, perfeziona protocolli e affina il proprio sguardo, pronta a trasformare un piccolo sito in un modello replicabile, capace di parlare al cuore di ogni cittadino europeo: la storia, nella sua forma più autentica, dialoga con la natura senza barriere.

E mentre il sole tramonta su Via delle Galigarie, le urne di pietra riflettono un’ultima promessa: persino su pietre e mattoni, quando sono custoditi con saggezza, può germogliare la nostra civiltà.

Nella foto, il  Portale delle diseguaglianze sanitarie della Commissione europea