CUCINA ITALIANA / GARRONI (AZIONE CONTRO LA FAME): “CURA E SOSTENIBILITÀ AL CENTRO DEL RICONOSCIMENTO. NECESSARIO PROSEGUIRE SUL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO AL CIBO”

«Accogliamo con piacere la notizia che la cucina italiana sia stata riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, prima cucina al mondo a ottenere questo prestigioso titolo. Per Azione Contro la Fame, che da quasi cinquant’anni lavora per garantire a ogni persona il diritto a un’alimentazione adeguata, questo riconoscimento rappresenta un forte richiamo al valore culturale, sociale e comunitario del cibo» – dichiara Simone Garroni, Direttore Generale di Azione Contro la Fame.

«La cucina è cura, sostenibilità, rispetto della tradizione e innovazione: valori che promuoviamo ogni giorno attraverso il programma Mai più fame: dall’emergenza all’autonomia, un modello integrato che combina supporto immediato alla spesa, educazione alimentare e percorsi di riattivazione personale e professionale. Un approccio che mette la dignità delle persone al centro e indica una possibile evoluzione delle politiche italiane contro la povertà alimentare» – prosegue Garroni.

Il riconoscimento dell’UNESCO giunge in un giorno dal forte valore simbolico: il 10 dicembre, anniversario dei 77 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. «Una ricorrenza che ci ricorda come il cibo non abbia solo un valore culturale e identitario, ma rappresenti soprattutto un diritto umano fondamentale: non solo sopravvivere, ma nutrirsi in modo sano, sostenibile e dignitoso» aggiunge Garroni.

L’Atlante della Fame in Italia 2025*, presentato alla Camera dei Deputati il 2 dicembre, evidenzia come l’accesso al cibo sia oggi una sfida cruciale anche nel nostro Paese: quasi 6 milioni di persone non riescono a permettersi un’alimentazione sana e bilanciata e oltre 4 milioni di famiglie presentano segnali di deprivazione alimentare. Nel 2023, a fronte di un’incidenza media nazionale dell’8,8% di famiglie che non possono permettersi un pasto proteico almeno ogni due giorni, nel Sud la quota sale al 14,3% e supera il 10% anche nelle Isole e nel Centro. La vulnerabilità cresce ulteriormente tra le famiglie con tre o più figli minori (16,6%), tra quelle con almeno un componente straniero (14,7%) e tra i nuclei in cui la persona di riferimento ha al massimo la licenza media (11,4%). Particolarmente esposti risultano anche i giovani fino a 34 anni (10,8%).

«Questi dati ci ricordano che povertà e fame non sono problemi lontani: toccano le nostre comunità e mettono in luce profonde disuguaglianze territoriali. È quindi essenziale proseguire, insieme alle istituzioni, verso politiche strutturali basate sul riconoscimento del diritto al cibo e sulla promozione dell’autonomia delle persone» sottolinea ancora Garroni.

Il contributo del mondo della ristorazione: l’iniziativa “Ristoranti Contro la Fame”

Il riconoscimento UNESCO arriva in un momento in cui la ristorazione italiana sta dimostrando una crescente attenzione al valore sociale del cibo. Da undici anni, con l’iniziativa nazionale Ristoranti Contro la Fame, chef, ristoratori e catene della ristorazione mettono “a tavola” la solidarietà, trasformando un gesto quotidiano come scegliere un piatto in un aiuto concreto contro la fame in Italia e nel mondo.

Dal suo avvio, la campagna ha coinvolto migliaia di realtà e raccolto circa 1 milione di euro, sostenendo progetti per contrastare la povertà alimentare in Italia – tra cui Mai più Fame – e interventi internazionali in aree colpite da conflitti e crisi climatiche.

 

*Il Rapporto Atlante della Fame in Italia: Dati e politiche di contrasto alla povertà alimentare in Italia è stato presentato presso la Camera dei Deputati lo scorso 2 dicembre 2025 ed è stato realizzato da Azione Contro la Fame Italia in collaborazione con le ricercatrici di Percorsi di Secondo Welfare e dell’Università degli Studi di Milano.