COVID, F. PREGLIASCO (VIROLOGO) A RADIO CUSANO: “COMUNICAZIONE MEDIATICA È SFOCIATA IN VALUTAZIONI DA TIFOSERIA”

“Invece che arrivare a questa tifoseria nell’ambito scientifico, la gente vada a leggere la storia di queste persone che hanno fatto fatica, tra l’altro, a portare avanti questi studi”…

Così il virologo Fabrizio Pregliasco  è intervenuto durante la trasmissione “L’Italia s’è desta” di Radio Cusano. In merito al Nobel per la Medicina riguardo gli studi sui vaccini contro il Covid, il virologo ha dichiarato:  “Questo vaccino non è stato tirato fuori dal cappello del prestigiatore. Può essere una percezione dei cittadini perché è stato fatto in poco tempo, ma il perché è dovuto al fatto che la metodica già esisteva.

Lo studio e la verifica di sicurezza di meccanismo erano consolidatati.  Proprio gli enormi investimenti durante il covid hanno permesso di poter  far fronte all’esigenza di avere il vaccino il più velocemente possibile”, ha precisato Pregliasco.

Riferendosi al Nobel il virologo ha continuato dicendo: “Spero  che questo  possa servire per raccontare delle storie di successo e di difficoltà, ma anche soprattutto la storia di una scienza che va avanti”.

“Questo  virus – ha poi spiegato – rimarrà con noi. Dovremo conviverci e continuare a suggerire la vaccinazione ai soggetti fragili per cui, ancora oggi, il covid è qualcosa che può fare molto male”.

In merito alla domanda se le persone stiano o meno iniziando a guardare i medici e la scienza con diffidenza, Fabrizio Pregliasco ha concluso dicendo:  “La comunicazione mediatica è debordata in valutazione di tifoseria come quelle sulle qualità dei calciatori. Sarà necessario precisare la qualità delle fonti e le argomentazioni perché, dire che qualcuno è scettico, è giusto, però una cosa è l’opinione e un’altra sono le metodologie statistiche, matematiche, le buone pratiche per la ricerca”, ha così ribadito il virologo.