Catania, crollo del reddito degli architetti etnei: è il più basso in Sicilia e terzultimo in Italia

Catania è la seconda provincia siciliana con il maggior numero di architetti iscritti all’Albo, il loro reddito medio però è tra i più bassi a livello nazionale e regionale. Secondo i recenti dati pubblicati da “Inarcassa in cifre” nel 2024 ammonta a solo 23.951 euro, un esito allarmante che pone la categoria etnea ultima in Sicilia e terzultima in Italia.

«Il dato medio di “Inarcassa in cifre” è rivelatorio – afferma Alessandro Amaro, presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catania – nel nostro territorio supponiamo che ci sia una moltitudine di professionisti che non ha beneficiato del contesto di sviluppo innescato in questi ultimi anni dal “Super Bonus 110” e che è molto svantaggiato dalla carenza di incarichi nei lavori pubblici. Mentre in tutte le più importanti città d’Europa, e più recentemente anche in Italia, si investe sulla competenza degli architetti che guidano la progettazione anche delle grandi opere, qui dobbiamo continuare a sensibilizzare le istituzioni ad agire valorizzando le competenze per garantire maggiore qualità architettonica. Occorre riflettere sul dato e correggere le storture che stanno penalizzando la categoria etnea».

Nel 2019 con un reddito medio di 14.606 euro, Catania era seconda in Sicilia e 82esima in Italia; nei successivi tre anni, nonostante la crescita generale dei redditi in tutta Italia, i professionisti iscritti all’Ordine A.P.P.C. etneo hanno mantenuto redditi molto bassi, retrocedendo clamorosamente. Le statistiche di “Inarcassa in cifre” inoltre fanno emergere un evidente gap in Italia con gli architetti del Trentino Alto Adige che nel 2024 hanno mediamente un reddito di 57.806 euro, più del doppio rispetto ai professionisti di Catania.

«Il volume d’affari negli ultimi tre anni in tutta Italia è stato in forte crescita, ma il reddito degli architetti della provincia di Catania piuttosto che svilupparsi alla stessa velocità dell’evoluzione in atto, è retrocesso vertiginosamente – spiega Maurizio Mannanici, delegato Inarcassa degli architetti della provincia di Catania – Non è facile stabilire le cause, e dobbiamo tenere conto anche che nei dati confluiscono i redditi degli studi maggiori. Si può ipotizzare che questi redditi siano provenienti prevalentemente da lavori privati, ristrutturazioni e nuove costruzioni, con bassissimo apporto di volume d’affari proveniente da incarichi del settore pubblico e delle maggiori imprese di costruzioni. A Catania e nei comuni della provincia sembra emergere poca attenzione verso le competenze degli architetti, il restauro, la qualità architettonica e l’attenzione per l’ambiente. Un altro aspetto da non trascurare è l’abusivismo della professione, che riduce il volume di incarichi degli iscritti all’Ordine ledendone anche il decoro».

Il fenomeno dei bassi redditi induce l’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Catania a stimolare la necessaria rivalutazione del contributo di competenza, in alcune occasioni anche esclusiva, dei professionisti votati ad innalzare la qualità architettonica delle costruzioni per migliorare la vivibilità delle città nel territorio etneo.

I dati del report di “Inarcassa in cifre” sono stati condivisi a Catania il 20 giugno durante l’incontro dedicato al tema delle pensioni, dei bandi e dei finanziamenti di Inarcassa e sono stati pubblicati online (https://www.inarcassa.it/notizie/dati-statistici-2).