Carceri: serve maturità, basta oscillare tra modi da sceriffo e eccessi di bontà

Sulle carceri, non è una situazione di oggi, ma è una situazione storica, quella per cui vi è un continuo oscillare tra atteggiamenti di estremo rigore, in cui sembra che dalle carceri non debba uscire proprio nessuno, nemmeno l’aria, e poi, dopo pochi anni, al manifestarsi di pesanti criticità, atteggiamenti, invece, improntati a pietà straordinaria, che provocano l’uscita dai penitenziari di moltissime persone. Questo attuale, è il momento della criticità e dovrebbe essere, quindi, il momento della pietà.

 

Riguardo proprio a questo momento attuale di criticità, non buttiamolo al vento, per elaborare le consuete soluzioni emergenziali che a lungo andare vanno minando la credibilità della nostra giustizia. Sfruttiamolo, per fare, invece, qualcosa di diverso, per fare un passo avanti, per elaborare qualcosa di equilibrato e di serio. Anziché risolvere il problema svuotando le celle, come se si trattasse di vasche da liberare dell’acqua sporca, facciamo il contrario, proviamo a riempirle: a riempierle di umanità. Sfruttiamo questo momento, non per svuotare le celle, ma per renderle più umane, sfruttiamo questo momento per fare del carcere un centro di istruzione, di formazione, di sport e di lavoro, capace di realizzare effettivamente la finalità rieducativa della pena.

Per quanto concerne le attività dei detenuti, ad esempio, avviamo dei percorsi comuni a tutti i penitenziari della penisola, veramente accessibili a tutti i ristretti, che consentano agli stessi di scegliere autonomamente di cosa desiderino occuparsi durante il periodo della loro detenzione. Potrebbe trattarsi di approfondire l’istruzione, così come potrebbe trattarsi di svolgere delle attività lavorative manuali o intellettuali. Per quanto concerne il fatto di rendere più umane le celle, ad esempio, in segno di cura e di attenzione nei riguardi dei ristretti, facciamo in modo che le celle e gli ambienti penitenziari si presentino perlomeno in condizioni di adeguata pulizia, facciamo in modo che i letti dei detenuti siano in buone condizioni.

Facciamo in modo che il riscaldamento e l’acqua calda non manchino mai, facciamo in modo che ci sia sempre una pronta assistenza sanitaria. Ancora a titolo meramente esemplificativo, a prescindere dall’odierna emergenza coronavirus, e quindi anche quando i colloqui saranno di nuovo consentiti, rendiamo permanente, con le dovute precauzioni, la possibilità di avvicinare i detenuti ai propri familiari attraverso telefoni ed altre nuove tecnologie. Sempre a titolo meramente esemplificativo, in prospettiva, consentiamo e favoriamo il più possibile gli incontri, i “colloqui”, anche tra i detenuti e i loro rispettivi animali.

 

Lo afferma in una nota Giuseppe Maria Meloni, portavoce di Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.