Carabinieri NAS Latina: falso ideologico e frode processuale in certificati medici psichiatrici

Nel prosieguo delle indagini dell’operazione convenzionalmente denominata “CERTIFICATO PAZZO”, il NAS Carabinieri di Latina, a parziale conclusione di mirati e scrupolosi approfondimenti d’indagine, ha deferito in stato di libertà 36 persone. Tali risultanze investigative costituiscono un’appendice all’analoga operazione, eseguita il 10 dicembre 2019, che aveva già permesso di dare esecuzione a 11 ordinanze di custodia cautelare, ad altrettanti decreti di sequestro preventivo, emessi dal Tribunale di Latina, e al deferimento in stato di libertà di altre 70 persone.

 

Le ulteriori indagini, richieste e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, sono convogliate nel filone d’inchiesta convenzionalmente denominato “CERTIFICATO PAZZO 2”, e hanno consentito di accertare e cristallizzare le posizioni delle persone che hanno illecitamente utilizzato certificazioni psichiatriche rilasciate da un Dirigente medico Psichiatra in servizio presso il C.S.M. dell’ASL – Distretto 4 – di Fondigià tratto in arresto per corruzione, mediante l’esibizione delle stesse presso le Commissioni Medico Legali dell’ASL, dell’I.N.P.S., ovvero ai Consulenti Tecnici nominati dai Tribunali del Lavoro e dai Tribunali di Sorveglianza.

L’utilizzo delle certificazioni da parte dei soggetti individuati, ove anch’esse oggetto di falsificazione erano idonee a trarre in inganno le citate Autorità, al fine di ottenere indebiti benefici di cui alla Legge 05.02.1992 n.104 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone portatrici di handicap), alla Legge 12.03.1999 n. 68 (Norme per il diritto al lavoro per i disabili) oppure per il differimento della pena detentiva in corso.

Le 36 persone individuate sono state deferite all’Autorità Giudiziaria che accerterà se sussistano i reati di “frode processuale”, “false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria o alla Corte Penale Internazionale”, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiali in atti pubblici”, “uso di atto falso” ed “errore determinato dall’altrui inganno”.

Ulteriori posizioni risultano tutt’ora al vaglio degli investigatori e della Procura della Repubblica di Latina nonché all’INPS che provvederà agli accertamenti di sua competenza.