Camera Arbitrale di Milano 104 le mediazioni transnazionali gestite negli ultimi tre anni

Per rispondere alle esigenze di maggiore flessibilità da parte di imprese e cittadini nella gestione delle liti nasce, in Camera Arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio, una nuova forma di mediazione: è la “Fast Track Mediation”, la via più rapida, più idonea per risolvere le controversie transfrontaliere. Milano polo internazionale: cresce l’export di +4,8% in 9 mesi, con un valore di 34 miliardi. La moda è regina delle esportazioni…

Per la prima volta l’anno giudiziario a Milano si apre puntando i riflettori su un tema inedito, quello della mediazione internazionale. È questa una conferma della forte vocazione estera del nostro territorio e delle sue imprese, come emerge anche dagli ultimi dati dell’export, in crescita del 4,8% a Milano e del 2,9% nell’area Milano Monza Brianza Lodi, nei primi 9 mesi del 2019 (ultimi dati disponibili –fonte: elaborazione di Camera Arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi https://www.milomb.camcom.it/import-export). Diritto ed economia vanno dunque di pari passo. E se le imprese si aprono ai mercati esteri, diventa, allora, sempre più importante diffondere l’uso di strumenti di giustizia alternativa, come l’arbitrato e la mediazione, per aiutare le imprese italiane e straniere a dirimere le eventuali controversie. La mediazione porta le parti ad un accordo in tempi rapidi (circa 2 mesi e mezzo), con un risultato che soddisfa le parti ma, soprattutto, utile a salvaguardare la continuità e la fiducia nei rapporti commerciali tra le imprese. Proprio per andare incontro alle esigenze specifiche di imprenditori e cittadini, che chiedono sempre più spesso una procedura di mediazione altamente adattabile alle proprie richieste, in Camera Arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio, è nata la “Fast Track Mediation”, un set di regole che le parti scelgono volontariamente per risolvere le controversie, sfilandosi dall’applicazione del decreto sulla mediazione (D.lgs.28/2010). La Fast Track, proprio perché “tailor made”, rappresenta la via più idonea per risolvere le controversie transfrontaliere. Sono in tutto 104 le mediazioni internazionali gestite dalla Camera Arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio, negli ultimi tre anni, con almeno una parte straniera, proveniente da USA (15% dei casi), Germania (11%), Regno Unito (11%), Cina (9%), Paesi Bassi (7%), Spagna e Svizzera (6%), Lussemburgo (3%), ma anche da Cile, Messico, Arabia Saudita. L’accordo è raggiunto nel 70% dei casi, per un valore medio della controversia di 230 mila euro. È in aumento di 10 punti percentuali, in 6 anni, la quota di chi sceglie di risolvere la controversia con la mediazione.

 

Di normative europee, come la direttiva 52/2008/CE, di accordi internazionali, come la Convenzione di Singapore e di esperienze pratiche del mediatore in controversie si parla oggi al convegno “La dimensione transnazionale della mediazione”, che rientra nel fitto programma di appuntamenti per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2020, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Milano. Tra i relatori: il Direttore Generale della Camera Arbitrale di Milano, Stefano Azzali, il Prof. Luigi Fumagalli, Ordinario nell’Università degli Studi di Milano e il Prof. Avv. Alberto Malatesta, Ordinario nell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza (LIUC).

 

L’efficienza del sistema giudiziario – ha dichiarato Stefano Azzali, Direttore generale della Camera Arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di commercio  – è un volano per lo sviluppo economico e per l’attrattività di un territorio. In particolar modo nei casi di controversie transfrontaliere è sempre più consigliabile e opportuno che le imprese di paesi diversi facciano ricorso agli strumenti di risoluzione delle controversie, come la mediazione, che rappresenta la via più rapida e idonea per portare le parti ad un accordo e salvaguardare la continuità dei rapporti economici. Sono le controversie con profili cross-cultural divergenti a richiedere particolare attenzione, per le quali occorre prendere in considerazione una mediazione. Spesso queste controversie, soprattutto quelle con parti con background culturali, sociali e giuridici diversi, richiedono di adottare un sistema di regole con un alto livello di flessibilità e adattabilità alle esigenze delle parti. Per questo come Camera Arbitrale di Milano abbiamo avviato, in modo pioneristico, una forma di mediazione la “Fast Track Mediation” che è un set di regole con caratteristiche di flessibilità poiché deriva la sua origine dal mondo degli affari e non dal mondo delle leggi”.

 

Fotografia di un anno: mediazione in Camera Arbitrale di Milano: nel 2019 conclusi 929 procedimenti per un valore medio di 230 mila euro e una durata in media di 81 giorni. Quando le parti scelgono di risolvere la lite con una mediazione, l’accordo è raggiunto nel 70% dei casi. Non è solo la legge a spingere le parti verso la mediazione: in un caso su 5 il ricorso alla mediazione è una scelta volontaria delle parti. In 6 anni (2014-2019) cresce di 10 punti percentuali (dal 20,62% del 2014 al 30% del 2019) la quota di persone che scelgono di procedere nella mediazione dopo il primo incontro informativo. Temi principali in ordine di diffusione: locazione, responsabilità civile, contratti finanziari, successioni, compravendita, condominio, energia, diffamazione, comodato, servizi.

 

Focus: “Fast Track Mediationconsiste in un regolamento “base” ampiamente adattabile alle esigenze specifiche di cittadini e imprenditori che intendono utilizzarla. Sono regole svincolate dal Decreto legislativo 28/2010 che disciplina la mediazione in Italia, particolarmente indicate nei casi in cui le parti abbiano bisogno di adattare la procedura alle proprie necessità ed esigenze strategiche: ad esempio, per nominare un mediatore che possieda specifiche competenze o che sia di una determinata nazionalità.

 

Dati export: Gennaio– settembre 2019, dati positivi dall’export per Milano Monza Brianza Lodi. L’export dell’area di Milano, Monza e Lodi registra nei nove mesi tra gennaio e settembre 2019, un aumento complessivo (+2,9%), come emerge dal report sull’import export al terzo trimestre dell’ufficio  Studi, Statistica e Programmazione della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi (https://www.milomb.camcom.it/import-export).

Un dato positivo grazie alla crescita di Milano (+4,8) e di Lodi (+3,4%). Incrementi che compensano la flessione delle esportazioni dell’area di Monza Brianza (-5,8%).

L’export da inizio anno, per i nove mesi da gennaio a settembre, vale 34 miliardi per Milano, 7 miliardi per Monza e quasi 3 miliardi per Lodi. Sempre per Milano Monza Brianza Lodi, l’export negli ultimi tre mesi disponibili, da luglio a settembre, vale quasi 15 miliardi, di cui 11 miliardi per Milano, 2 miliardi per Monza e 1 miliardo per Lodi. L’incremento è consistente per le esportazioni per i prodotti tessili e dell’abbigliamento di Milano che svolge un ruolo di primo piano nella filiera della moda.

I mercati di sbocco dell’export trovano le destinazioni principali nel continente europeo e nelle economie dell’Unione Europea, con flussi esportativi di forte crescita per Lodi, di crescita per l’area metropolitana milanese ai quali si contrappone un segnale di non crescita per l’area di Monza Brianza. La declinazione dell’export verso i mercati extra-europei mostra, per l’area metropolitana milanese, un’espansione di vasta scala della penetrazione commerciale verso gli Stati Uniti, mentre l’aumento è relativamente più circoscritto se consideriamo la provincia di Monza Brianza. Il focus sui mercati asiatici evidenzia una situazione frammentata tra i territori, con le esportazioni in limitato aumento per l’area milanese, cui fa da contraltare una flessione significativa per il territorio monzese e un incremento cospicuo per la provincia di Lodi, dove tuttavia rappresentano una quota residuale delle esportazioni totali. Il quadro di dettaglio registra una crescita complessiva per l’area milanese verso l’estremo oriente asiatico, trainata dagli incrementi ottenuti nei mercati di Cina, Giappone e Corea del Sud.