Sono circa 15,5 milioni di euro quelli messi in campo tra il 2024 e il 2025 da Vitality – Ecosistema dell’Innovazione tra le Università di Abruzzo, Marche e Umbria, a favore di imprese e centri di ricerca dei tre territori, grazie al sistema di BAC – Bandi a Cascata, che sono andati a cofinanziare ben 88 progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale su settori strategici: dalla salute alla sostenibilità, dall’agrifood ai nanomateriali.
Questi solo alcuni dei risultati concreti e tangibili conseguiti dall’Ecosistema Vitality – progetto finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU e sostenuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca” – Componente 2 “Dalla Ricerca all’Impresa” – Investimento 1.5 del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
“Il progetto Vitality” spiega Fabio Graziosi, Rettore dell’Università dell’Aquila e Presidente della Fondazione Vitality “coinvolge nove università presenti nelle regioni Abruzzo, Marche e Umbria, messe in rete operando sulla base delle cosiddette strategie di specializzazione intelligente elaborate per il periodo 2021-2027 dai territori regionali di riferimento. Grazie al progetto Vitality, articolato in dieci spoke e organizzato su tematiche variegate, ma connesse con le strategie regionali delle tre regioni coinvolte, ha consentito di raggiungere risultati tangibili, come l’attivazione di bandi a cascata rivolti alle imprese, per un totale di 88 progetti le cui attività sono giunte al termine e si sta ultimando la fase di rendicontazione e, su un piano più generale, l’indispensabile consolidamento di una rete di relazioni sovraregionale in un contesto di area, come quella delle regioni Abruzzo, Marche e Umbria, che ha problematiche simili, dallo spopolamento delle zone interne, all’elevata sismicità, mettendo a sistema le realtà universitarie e i centri di ricerca ed avviando un’azione coordinata di condivisioni e circolazioni con strumenti ad hoc che rende più forti e radicati sul territorio”.
“L’esperienza dei Bandi a Cascata – ha concluso il Prof. Graziosi – ha rappresentato una sfida importante per l’ecosistema perché ha messo le Università nelle condizioni di cambiare prospettiva e dover pensare come le imprese e, soprattutto, di governare la complessità tecnica dietro allo sviluppo di un bando, di indirizzare i progetti nei settori realmente capaci di generare innovazione e di seguirne l’evoluzione nel tempo.”
Un meccanismo che moltiplica l’impatto del PNRR
I bandi a cascata sono uno strumento previsto dal PNRR che consente ai progetti già finanziati, in questo caso il progetto Vitality, di ridistribuire fondi a soggetti esterni, amplificando la ricaduta dei finanziamenti pubblici sul territorio. Nel caso di Vitality, a gestire le call sono stati nove spoke universitari, ciascuno focalizzato su una diversa area di specializzazione. L’interesse è stato forte: oltre 100 le candidature, con 88 progetti cofinanziati e 135 realtà coinvolte tra capofila e partner. Le iniziative selezionate hanno generato un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro, di cui circa 15,5 milioni coperti dai fondi Vitality.
A fare da capofila in termini di numero progetti, lo Spoke 1 dell’Università dell’Aquila (industry, health, cybersecurity, aerospace) con 24 iniziative, seguito dallo Spoke 9 dell’Università di Perugia dedicato ai nanomateriali, che ne conta 18, e dallo Spoke 10, sempre a Perugia, focalizzato sui biomateriali (13 progetti).
A seguire lo Spoke 3 dell’Università di Teramo impegnata nell’Agrifood con 7 progetti, lo Spoke 4 dell’Università Chieti-Pescara sulla diagnostica, medicina di precisione, telemedicina con 6 progetti, lo Spoke 5 dell’Università Politecnica delle Marche sul tema della sostenibilità ambientale ed economico-sociale degli ambienti di vita e di lavoro con 5 progetti, lo Spoke 6 dell’Università di Camerino su indoor/outdoor Monitoring, digital transition, helth & wellbeing, training con 5 progetti, per il settore dell’Active Aging, salute e benessere quotidiano, innovazione digitale lo Spoke 7 dell’Università di Macerata con 5 progetti e lo Spoke 8 dell’Università di Urbino con 5 progetti nell’ambito health.
Un mosaico di temi che rispecchia le Strategie di Specializzazione Intelligente (S3) delle tre regioni, utilizzate come bussola per orientare le scelte progettuali. Il messaggio che arriva dal territorio è chiaro: investire in ricerca e sviluppo non è più un’opzione, ma la leva decisiva per rimanere competitivi. Vitality ha funzionato da catalizzatore, creando nuove connessioni tra mondo accademico e industriale e sostenendo l’importanza del presidio dell’area Ricerca e Sviluppo da parte delle aziende del territorio, dal quale dipende capacità competitiva e occupabilità della Comunità scientifica.
Un segnale positivo per tre regioni che, anche grazie ai bandi a cascata, stanno trasformando vocazioni locali e competenze accademiche in innovazione concreta, diffusa e duratura.
Cos’è “Vitality – Ecosistema dell’Innovazione”
Vitality – Ecosistema dell’Innovazione che opera sotto l’egida dell’omonima Fondazione – è un progetto finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU e sostenuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR (Missione 4, Componente 2, Investimento 1.5) e prevede la partecipazione di Università, enti pubblici e privati provenienti principalmente dalle regioni Abruzzo, Marche e Umbria – costituenti l’hub territoriale HAMU – accomunate da una serie di caratteristiche socio-economiche, urbane e territoriali come la bassa densità di popolazione, il significativo patrimonio di valore storico-culturale, ambientale e paesaggistico, un settore produttivo formato in prevalenza da piccole e medie imprese.
L’obiettivo principale dell’Ecosistema Vitality è la creazione di una sinergia tra il sistema della ricerca e quello produttivo attraverso la valorizzazione dei risultati della ricerca, l’agevolazione del trasferimento tecnologico e l’accelerazione della trasformazione digitale dei processi produttivi delle imprese in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale e di impatto sociale sul territorio, grazie alla collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali di riferimento.
L’Ecosistema Vitality è organizzato secondo un modello di struttura di tipo Hub & Spoke. Gli Spoke, che svolgono attività di ricerca su tematiche specifiche in coerenza con le vocazioni industriali del territorio di riferimento, sono così distribuiti: 4 spoke nella Regione Abruzzo (Università degli Studi dell’Aquila, Gran Sasso Science Institute, Università degli Studi di Teramo, Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti – Pescara); 4 spoke nella Regione Marche (Università Politecnica delle Marche, Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi di Macerata, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo); 2 spoke nella Regione Umbria (entrambi coordinati dall’Università degli Studi di Perugia). All’attività degli Spoke si affianca quella dei soggetti affiliati pubblici e privati.
