
Sabato 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, le realtà LGBTQIA+* si ritroveranno in piazza a Roma al grido: “Vennero a prendere me, ma stavolta c’eravamo tuttɜ”.
La caccia alle streghe globale a cui stiamo assistendo – che nella decisione dell’Ungheria di Orbán di vietare i Pride forzando la Costituzione vede la sua manifestazione più violenta – è esemplificativa di come un attacco a tutto campo ai diritti delle donne, delle persone LGBTQIA*+ e delle minoranze razzializzate e marginalizzate apra la strada all’autoritarismo e al fascismo.
In Italia c’è ancora chi sostiene che la LGBTQIAfobia non esiste o sia altrove. In realtà, le persone trans e non binarie – ormai visibili in tutte le scuole – sono sempre più al centro di una vera e propria persecuzione. A loro sono negati i più elementari diritti costituzionali nella scuola, nel lavoro e nello sport. Si utilizza il feticcio della fantomatica ed inesistente “ideologia gender” per bloccare ogni intervento di educazione sessuale ed affettiva nelle scuole volto a prevenire il razzismo, il bullismo, l’abilismo e la violenza patriarcale di cui i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg.
Chiediamo lo scioglimento immediato del tavolo tecnico sulla “disforia di genere” (termine da cui prendiamo le distanze), istituito da Roccella e Schillaci senza il coinvolgimento delle persone trans* con l’obiettivo di patologizzare i loro percorsi e renderli sempre meno accessibili, in violazione di quanto stabilito dall’OMS dal 2018.
L’attacco alle nostre vite non si ferma qui, colpisce anche le famiglie arcobaleno e i genitori LGBTQIA+*. Chiediamo che si metta fine alla violenza di Stato che impugna nei tribunali i certificati di nascita deɜ figlɜ con due mamme e utilizza dispositivi come la legge Varchi per criminalizzare l’omogenitorialità. Vogliamo il riconoscimento alla nascita deɜ figlɜ delle famiglie omogenitoriali e di persone LGBTQIA+*, il diritto all’adozione per tutte le coppie e per le persone single, l’accesso libero e garantito alla PMA, il matrimonio egualitario e il riconoscimento della pluralità delle famiglie che già esistono nel Paese reale.
Esigiamo un Paese che riconosca il diritto all’autodeterminazione. Difendiamo il diritto all’aborto libero, sicuro e gratuito per tutt3 e chiediamo con forza che sia vietata la presenza delle associazioni pro-life nei Consultori. Vogliamo politiche di informazione e prevenzione per la salute sessuale e per il benessere psicologico. Facciamo nostre le rivendicazioni delle lesbiche* che con tutte le loro differenze, declinazioni e intersezioni, manifesteranno insieme il prossimo 26 aprile a Roma, nella Dyke March, la prima marcia lesbica organizzata in Italia.
L’escalation di aggressioni a cui stiamo assistendo, va contrastata con fermezza sostenendo azioni culturali e legislative contro i crimini d’odio. Il diritto all’orientamento sessuale e all’identità di genere, oggi più che mai, va difeso, respingendo ogni tentativo di patologizzazione. Per questo è urgente una legge che condanni le pratiche di conversione, che interessano 1 persona LGBTQIA+* su 5 e sono state condannate come torture dalle Nazioni Unite, come anche le mutilazioni delle persone intersex.
Condanniamo apertamente chi calpesta i diritti umani ed è responsabile di crimini contro l’umanità. Rifiutiamo le politiche razziste, militariste e coloniali perchè crediamo nel diritto all’autodeterminazione dei popoli. Siamo solidali con il popolo palestinese e con tutti i popoli oppressi e martoriati dai conflitti.
La mobilitazione del prossimo 17 maggio – promossa da una rete di associazioni che si riconoscono nel manifesto “La Strada dei Diritti” – si unisce alle lotte per difendere gli spazi democratici nel Paese, dalla mobilitazione contro il decreto Sicurezza alla stagione referendaria in corso, con particolare attenzione per il referendum cittadinanza, reso indispensabile dalle scelte insensate del Governo in materia di politiche migratorie e di Paesi sicuri.
Le associazioni della rete “La Strada dei Diritti” sono: AGEDO – Associazione genitori, parenti, amiche e amici di persone LGBT+; ARC – Cagliari; ARCO – Associazione Ricreativa Circoli Omosessuali; ARCIGAY – Associazione LGBTI+ Italiana; ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana; Associazione LGBT+ Quore; Cammini di Speranza- Associazione nazionale persone cristiane LGBT; C.C.O. Mario Mieli; Centro Salute Trans e Gender Variant – CEST; Certi Diritti; Dì Gay Project; EDGE LGBTI+ Leaders for change; Famiglie Arcobaleno – Associazione genitori omosessuali; Gay Center; GAYNET – Formazione e Comunicazione sui temi LGBTI; Gender X; Gruppo Trans APS; Globe MAE; MIT – Movimento Identità Trans; NUDI – Nessuno Uguale Diversi Insieme; Omphalos LGBTI; Polis Aperta – Associazione LGBT Forze Armate e Polizia; Pride Vesuvio Rainbow; Rete Genitori Rainbow; Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI+; Tenda di Gionata; Tgenus; Ufficio Nuovi Diritti CGIL Nazionale.