ANDREA DE MICHELI (CASTA DIVA GROUP) RICORDA GIORGIO ARMANI

Ci sono personalità che, più di altre, riescono a toccare il cuore delle persone e a lasciare ricordi tangibili, capaci di attraversare il tempo. Giorgio Armani è stata sicuramente una di queste: con la sua visione, la sua eleganza e la sua discrezione ha inciso profondamente nella cultura italiana e internazionale.

Andrea De Micheli, Presidente e Amministratore Delegato di Casta Diva Group, lo ricorda così: “La notizia della scomparsa di Giorgio Armani mi tocca profondamente. Ho avuto l’onore e il privilegio di frequentarlo anni fa, quando fui produttore esecutivo (per la Mercurio) del documentario a lui dedicato “Made in Milan”, diretto da Martin Scorsese e fotografato del premio Oscar i Néstor Almendros”.

Il progetto fu presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 1990, dove Martin Scorsese aveva portato il suo capolavoro Goodfellas, in cui Armani aveva vestito Robert De Niro, Ray Liotta e Joe Pesci.

Quel lavoro rimane ancora oggi uno dei ricordi più vivi e preziosi della mia carriera non solo per l’eccezionalità del progetto, ma per l’occasione che mi diede di entrare nell’intimità della vita di Armani, di frequentare casa sua, dove girammo parecchie scene, di pranzare con lui alla Briciola, il suo ristorante preferito all’epoca, di vederlo lavorare alle sue creazioni, partendo sempre dalle pezze di stoffa, e da grandi vasi pieni di bottoni, passamanerie e accessori, con cui componeva sul corpo della sua modella parvenze di vestiti,  fatte di niente, ma che cadevano miracolosamente sul suo corpo e facevano intuire l’opera d’arte finita.

Di Armani conservo il ricordo di una persona timida, riservata, gentile, educatissima, di rara eleganza e discrezione. La sua capacità di visione e la sua coerenza hanno lasciato un segno non soltanto nel mondo della moda, ma nella cultura italiana e internazionale. Parlando del nostro lavoro, il cinema, lui diceva di essersi ispirato ai vestiti degli attori hollywoodiani degli anni ‘40, ma poi è stato lui stesso a influenzare il cinema mondiale dagli anni ’80 in poi, quando iniziò col disegnare i costumi di scena di Richard Gere per l’iconico film American Gigolò di Paul Schrader (il balletto di Gere per la scelta dei vestiti, delle camicie e delle cravatte è entrato nella storia del cinema). Da allora le star hanno fatto a gara per essere vestite da lui, sia in scena sia sul red carpet. Penso a Julia Roberts, Cate Blanchett, Kevin Costner, Robert De Niro, Jodie Foster, Lady Gaga, Christian Bale, Penelope Cruz, Leonardo DiCaprio, Tom Cruise, Brad Pitt. Mentre giravamo in via Borgonuovo, non c’era giorno in cui non venisse qualche VIP a fare shopping. Ricordo in particolare una spettacolare Lauren Hutton girare per l’atelier in calzoncini corti, modella e attrice quasi cinquantenne, ma forse semplicemente semidea. Nel cinema Armani ha lavorato tanto, per più di 200 film. Ricordo Strade di fuoco di Walter Hill (1980), Gli intoccabili di Brian De Palma (1987), Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci (1990), Cadillac Man di Roger Donaldson (1990) e Ransom – Il riscatto di Ron Howard (1996). Per arrivare poi a due grandi film di questo secolo in cui ha vestito Christian Bale (nel ruolo di Bruce Wayne) nel film Il cavaliere oscuro (2008) e nel sequel di quattro anni dopo (entrambi diretti da Nolan). Nel 2013 torna al sodalizio con Scorsese per The Wolf of Wall Street, in cui veste Di Caprio.

A Giorgio Armani va il mio saluto personale, con l’affetto e il rispetto di chi ha avuto la fortuna di incrociare, anche solo per un tratto di strada, un gigante del nostro tempo”, conclude De Micheli.

Un ricordo che sottolinea quanto la forza di un racconto – sia esso cinematografico, stilistico o comunicativo – possa dare vita a eredità culturali destinate a durare nel tempo.