ABORTO, RADICALI ITALIANI: FDI PARTE DI DISEGNO TRANSNAZIONALE PER RIPORTARE DONNE AL PASSATO. PER QUESTO CI CANDIDIAMO IN LOMBARDIA

“Il tentativo di Fratelli d’Italia attraverso la proposta di legge per attribuire capacità giuridica ad ogni essere umano punta a riconoscere all’embrione (nemmeno al feto) lo status giuridico di ‘persona titolare di un diritto a nascere’, una posizione che – se approvata – porterebbe inevitabilmente ad un divieto totale di aborto”.

Così in una nota Vittoria Loffi, coordinatrice della campagna “Libera di Abortire” e Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali italiani, entrambe candidate per il Consiglio regionale della Lombardia nella lista Patto Civico per Majorino Presidente nelle circoscrizioni provinciali di Cremona e Milano. “Ha ragione Pierfrancesco Majorino quando dice che queste proposte di legge vogliono riportare indietro le lancette della storia a 50 anni fa. In questo modo crolla l’impianto della legge 194 proprio nella sua parte essenziale, ovvero quella in cui l’aborto viene previsto come diritto a determinate condizioni. La situazione giuridica viene riportata a una fase precedente il 1978, quando l’interruzione volontaria di gravidanza era un reato in qualsiasi circostanza. Se riconosci la capacità giuridica di un feto, vuol dire che chi pratica un aborto è un’omicida”, continua la nota. “Non si tratta di una visione ‘Made in Italy’ di Fratelli d’Italia, ma l’adesione ad una strategia adottata da tempo da altri paesi e che ha permesso, a partire dal 2009, al costituzionalismo cattolico statunitense di individuare una posizione quasi ‘inattaccabile’ per l’opinione pubblica: quella della rimozione di ogni conflitto tra i diritti della donna e quelli del concepito. Così, la diade inscindibile di donna-madre ha bisogno del nascituro per realizzare la sua principale funzione naturale e sociale e allo stesso tempo il nascituro ha bisogno della madre-contenitore per seguire il proprio corso naturale e nascere. Per mettere al centro questa battaglia civile ormai transnazionale, che trova un terreno di scontro in Italia a partire dall’applicazione che le Regioni danno della legge 194, abbiamo deciso di candidarci al Consiglio regionale della Lombardia, dove nei prossimi anni ci sarà bisogno di una vera garanzia di lotta civile”, concludono Crivellini e Loffi.