“Vuoi che sia proprio io a ridurmi a una vita senza affetti, senza amici, senza tempo, e col senso di colpa di non riuscire a dare tutte le risposte ai pazienti in carico nelle mie giornate e nottate? A me non succederà” è l’augurio scaramantico con cui ogni medico, soprattutto se giovane, pensa il suo futuro.
Se il pronto soccorso è diventato da tempo simbolo del disagio medico e fotografia delle disfunzioni del SSN, causa di scontento dei cittadini e burn out degli operatori, è da qui che dobbiamo partire. Da dove la sofferenza di pazienti e curanti si accumula, e dove si stratifica l’incapacità dei decisori politici e della più titolata managerialità ad affrontarla.
L’Area Formazione Femminile e la Commissione Emergenza-Urgenza dell’Anaao Assomed sono partiti da queste considerazioni per promuovere l’evento che si terrà a Roma il 2 dicembre nella sede OMCeO. Un focus sul Pronto Soccorso, visto dalla prospettiva dei suoi protagonisti, un’orchestra fatta di donne e uomini che, pur ridotti a fattore produttivo di un sistema aziendalistico, continuano a curare, a fronteggiare la malattia e la morte navigando a vista per mantenere il rispetto del diritto alla cura e del diritto a curare.
Allo stesso tempo protagonisti e vittime di un settore che rappresenta l’unica porta lasciata aperta ai cittadini per l’accesso alle cure pubbliche, e un quotidiano inferno per chi ci lavora. Un’orchestra impegnata a fronteggiare la malattia e la morte navigando a vista per mantenere il rispetto del diritto alla cura e del diritto a curare.
