Scuole senza preside, in arrivo 2.500 reggenze per colpa di un concorso

La scuola pagherà un caro prezzo per l’iter elefantiaco che sta caratterizzando il nuovo concorso per l’assunzione di dirigenti scolastici: l’accesso alle selezioni dei docenti, con cinque anni di servizio, ma che il sindacato vuole allargare anche ai precari e ad altre categorie escluse, non si concluderà infatti per il prossimo mese di settembre. Ne consegue che i primi 2.900 docenti reputati idonei ed ammessi al corso formativo per dirigenti scolastici, organizzato per la prima volta in assoluto dallo stesso Ministero dell’Istruzione, potranno essere assegnati alle scuole non prima del mese di settembre 2019.

Questo significa, scrive Tuttoscuola, che le scuole prive del loro capo d’istituto, attualmente 1.748, sono destinate ad aumentare di numero: “come minimo, le reggenze, secondo le stime ministeriali dei posti vacanti per l’anno prossimo, potrebbero aumentare di 400 unità, toccando la ragguardevole cifra di circa 2.150. Ma potrebbero, addirittura, toccare quota 2.450 se venisse confermato il trend dei pensionamenti del triennio 2013-15 (circa 700 in media all’anno). Va ricordato che la reggenza mette a mezzo servizio sia l’istituzione scolastica priva di titolare sia quella del dirigente titolare. Se a mezzo servizio abbiamo, quindi, attualmente 3.500 istituzioni scolastiche, l’anno prossimo potremmo averne fino a 4.900 su un totale di 8.220, ben oltre la metà”.

Tutto ciò, per l’organizzazione di queste scuole, rappresenta un problema di non poco conto. “In tempi, come questi attuali, dove innovazioni e riforme, indotte soprattutto dalla legge 107/2015 della Buona Scuola e dagli otto decreti legislativi delegati, stanno impegnando e coinvolgimento le scuole per il cambiamento, le reggenze sono un oggettivo ostacolo, notevole e preoccupante – sottolinea la rivista specializzata -. Si tratta di un’emergenza destinata a raggiungere livelli patologici. Si può contenere o ridurre il problema? Con i mezzi amministrativi attuali, no (e il concorso lo conferma). Se è emergenza, occorre un intervento straordinario di natura legislativa”.

Sempre Tuttoscuola, ricorda che “la ministra Fedeli molti mesi fa aveva fatto trapelare l’idea di ri-lanciare l’istituto del preside incaricato, ma non ne aveva più parlato. C’è invece un’altra possibilità che comunque avrebbe bisogno di un intervento legislativo. Perché non chiedere ai dirigenti scolastici (400 o 700) che stanno per lasciare il servizio per raggiunti limiti di età o di servizio di rimanere per un anno o due? Senza obbligo. Garantirebbero anche esperienza e conoscenza della scuola”.

Viene da chiedersi come mai l’amministrazione pubblica abbia trascurato prima la consistenza del problema reggenze. Ed ora soprassieda pure sulla difficile fase transitoria che condurrà all’assunzione dei nuovi capi d’istituto. Il motivo, ancora una volta, potrebbe essere legato ai soliti cronici risparmi pubblici da assecondare a tutti i costi. Perché una reggenza costa allo Stato solo qualche centinaia di euro al mese, praticamente un decimo del lordo Stato che invece deve essere corrisposto ad un dirigente scolastico immesso in ruolo.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda che l’Anief ha chiesto da tempo di accelerare i tempi di realizzazione del concorso: “Avere una scuola su tre in reggenza – dice il sindacalista -, cosa che accadrà tra meno di un anno per via dei pensionamenti e dell’ennesimo mancato turn over, comporta problemi a catena. Come si fa a gestire, ad esempio, contemporaneamente 17 sedi scolastiche, come è accaduto quest’anno ad un preside sardo? Il Governo doveva essere più vigile, senza portarci a questo. La gestione degli istituti scolastici, metà dei quali costruiti prima dell’inizio degli anni Settanta, dove ogni giorno si recano otto milioni di alunni, non può essere delegata a dirigenti che già fanno fatica a seguire i loro plessi. Chiediamo un intervento urgente, prima di tutto normativo, in linea con gli emendamenti presentati nella Legge di Stabilità, e poi di stanziamento di risorse, perché le prospettive sono davvero pessime”.

Nel frattempo, Anief continua a raccogliere le adesioni degli esclusi dalla procedura concorsuale per dirigenti scolastici avviata la scorsa settimana con la pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale n. 90: sono interessati al ricorso i docenti precari e il personale neo-immesso in ruolo o di ruolo che non ha superato l’anno di prova. Possono aderire al ricorso tutti i docenti precari abilitati in possesso di laurea (magistrale, specialistica o del vecchio ordinamento, oppure di diploma accademico di II livello o diploma accademico di vecchio ordinamento) che hanno prestato almeno 5 anni di servizio utile (180 gg di servizio per anno scolastico prestato anche in modo non continuativo, oppure servizio ininterrotto dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale) con contratti a tempo determinato in scuola statale o paritaria. La domanda di partecipazione cartacea, utile ai fini della corretta proposizione del ricorso (da presentare con modello cartaceo con relative istruzioni operative riservate ai ricorrenti), dovrà essere spedita per raccomandata A/R entro i termini stabiliti dal Miur (da oggi 29 novembre al 29 dicembre).