FERMARE LE AGGRESSIONI AI MEDICI

Il Pronto soccorso in Italia non è soltanto un malato grave, per le condizioni che ciclicamente, ma non sorprendentemente, lo portano agli onori delle cronache locali e nazionali, ma sta diventando anche un luogo pericoloso. E non solo per la sicurezza delle cure e per ambienti poco consoni a dare accoglienza ai bisogni di quanti vi si rivolgono, ed alla loro dignità di cittadini. Ma anche per un clima complessivo che pazienti e medici condividono ,sia pure su fronti che si vogliono contrapposti. La gravissima aggressione compiuta nei confronti di un medico in servizio presso il Pronto Soccorso del Policlinico di Catania, reo solo di svolgere con professionalità e correttezza il proprio servizio, da parte di un gruppo di uomini incappucciati, testimonia una deriva inaccettabile. Una violenza inaudita, che fa seguito a una lunga scia di minacce ed intimidazioni, contro chi mette la faccia davanti ad un disagio crescente, non può rimanere senza risposta da parte di quanti hanno il dovere istituzionale di proteggere un lavoro svolto in condizioni che peggiorano ogni giorno che passa. Arrivando, in alcune aree del Paese, a livelli di gravità sconcertante. L’Esecutivo Nazionale dell’ANAAO-ASSOMED nell’esprimere i sensi della più ampia solidarietà al collega oggetto della violenta aggressione, denunzia con forza la inadeguata protezione che, in troppi Pronto Soccorso della Sicilia e di altre parti del meridione, viene garantita al personale medico e sanitario, reo solo di svolgere il proprio lavoro in prima linea a fronte di carenze strutturali che le Regioni continuano a non colmare. Occorrono interventi urgenti ed incisivi, anche da parte degli stessi Ministri competenti, della Salute e degli Interni, per garantire la serenità e la sicurezza dovute a chi tutela diritti fondamentali dei cittadini.