E’ stata larghissima la partecipazione dei giudici e dei pubblici ministeri allo sciopero organizzato dalle associazioni della magistratura onoraria; nel primo dei cinque giorni di astensione dalle udienze civili e penali si è registrato il pieno successo della protesta, con adesioni che hanno raggiunto livelli quasi plebiscitari nei tribunali, negli uffici del giudice di pace e nelle procure delle sedi storicamente più attive, tra cui Roma e Milano.
Il disagio percepito dai cittadini e dagli utenti per le migliaia di processi rinviati costituisce purtroppo l’unico strumento per sollecitare il Governo, persistentemente inerte nell’attuazione del diritto comunitario che ha decretato di riconoscere anche ai magistrati onorari diritti fondamentali previsti per tutti gli altri lavoratori (sentenza “O’Brien” della Corte di giustizia UE).
Unico caso di lavoro nero in cui è lo Stato il datore di lavoro, quello dei magistrati onorari assume contorni paradossali se si pensa che, quando assumono la veste di giudice del lavoro, essi devono riconoscere ad altri lavoratori i diritti che sono loro negati, tra cui previdenza, assistenza, congedo di maternità, contributi previdenziali, ferie retribuite.
In una recente nota, il Ministero della giustizia, rispondendo alle loro diffide e ai loro esposti, aveva ribadito la legittimità del proprio operato, subito smentito da una pronuncia del Consiglio d’Europa (depositata il 16 novembre e in linea con la giurisprudenza dell’Unione europea) alla quale il Governo italiano, pervicacemente incurante degli obblighi internazionali, non ha ancora espresso la volontà di conformarsi.
Anche l’Associazione nazionale magistrati, in passato ostile a una stabilizzazione di tali professionisti, ha chiesto stanziamenti adeguati per le loro retribuzioni, ritenendo evidentemente il loro apporto fondamentale per l’efficienza del sistema giudiziario, investito di adempimenti soverchianti che, condivisi con i magistrati cd. onorari, possono essere gestiti più efficientemente dalla stessa magistratura di carriera.
Gabriele di Girolamo – Maria Flora Di Giovanni – Raimondo Orrù
(Presidente Angdp) (Presidente Unagipa) (Presidente Federmot)
