La Scuola azzoppata da chi la governa, non dai docenti

“Se la Buona scuola è già zoppa la colpa non è degli insegnanti, ma di chi governa maldestramente l’istruzione pubblica: questi signori, hanno prima ricattato i docenti precari, dicendo loro che per essere assunti in ruolo valeva la pena rischiare di spostarsi a cento se non a mille chilometri, poi sono incorsi in miriadi di errori strategici culminati nelle assegnazione provvisorie, portate a termine solo in questi giorni, arrivate per sanare una parte delle decine di migliaia di trasferimenti errati per colpa di un algoritmo impazzito”: commenta così, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, l’odierno articolo-inchiesta del Mattino che cerca di analizzare perché il Governo che doveva abbattere la supplentite, assumendo 100mila insegnanti, cancellando il precariato, meccanismo delle supplenze e le classi pollaio, è riuscito nell’impresa di organizzare il peggior avvio di anno scolastico della storia della scuola italiana.

Le cronache che giungono dalle province, soprattutto dalle città più grandi, lasciano a bocca aperta. Proprio oggi, a Milano è stato registrato un altro record: a un mese a mezzo dall’inizio della scuola, ci sono ancora 2.200 cattedre scoperte, dice il Tg3 nazionale, solo per la primaria e le medie. I dirigenti, non sapendo più cosa fare, sono costretti a convocare i docenti attraverso supplenze “brevi” che, nove volte su dieci, per il sostegno, significa far affiancare agli alunni disabili un docente inesperto e pure privo di specializzazione. Però, invece, di scagliarsi contro chi ha determinato questa situazione assurda, venutasi a determinare a seguito di GaE bloccate, sia per gli inserimenti degli abilitati in graduatoria d’istituto, sia per gli spostamenti di provincia da parte di chi già c’è dentro – per non parlare dei TFA eternamente rinviati – qualche sindacato si scaglia addirittura contro i docenti: arrivando a proporre il blocco della mobilità.

“Sembra che il caos nelle scuole di questi giorni – commenta ancora Pacifico – abbia fatto perdere la rotta a più di qualcuno. Perché ci troviamo in una situazione in cui i precari abilitati per coprire i posti ci sono: sono 80mila docenti abilitati, guarda caso quasi il numero dei posti assegnati dal Miur ogni anno per le supplenze; anche senza che si spostino. Solo che si dice loro di rimanere nelle graduatorie d’istituto, pure se il titolo e la formazione assolta sono gli stessi di chi, fino al 2011, è stato assunto senza alcun problema. E già questa è una manfrina che avremmo potuto tranquillamente evitare, visto che tra il 2002 e il 2004, le allora Graduatorie permanenti furono riaperte, attraverso l’allestimento di una fascia aggiuntiva. Ma non solo, perché sono state riaperte dal legislatore su richiesta dell’Anief altre due volte: nel 2008 agli specializzandi del IX ciclo SSIS-AFAM-SFP e nel 2012 per gli abilitati entro l’anno precedente che potevano inserirsi nella fascia aggiuntiva”.

“Quindici anni fa, inoltre, fu permesso anche ai non abilitati di inserirsi in terza fascia d’istituto. Ora, si impedisce tutto questo. Ponendo pure degli insensati limiti di scelte sulle scuole dove candidarsi. Ma il problema – continua il sindacalista Anief-Cisal – è anche un altro: il mancato seguito della normativa in materia di organizzazione scolastica annuale, che impone agli uffici scolastici di completare le operazioni di mobilità entro il 31 luglio e non il 15 settembre, termine, poi, nemmeno rispettato. Se non si fosse elusa la scadenza indicata dal legislatore, senza deroghe, oggi non ci ritroveremmo con 50mila cattedre annuali ancora da assegnare e 4-8 supplenti attesi in ogni istituto”.

“Pensavamo di aver toccato il fondo, ma ci siamo sbagliati. Siccome, però, Anief non si rassegna a questo stato di cose e confida nella buona volontà dei parlamentari, il prossimo 14 novembre abbiamo deciso di scioperare e scendere in piazza davanti a Montecitorio, dove chiameremo a raccolta, da tutta Italia, tutti i docenti precari, gli idonei dei concorsi ancora non stabilizzati, i diplomati magistrale ante 2001/02, abilitati TFA, PAS, SFP, Estero, e altri, ma anche il personale di ruolo che con la Legge 107/15 è diventato precario anch’esso, perché rischia concretamente di perdere per sempre il diritto alla titolarità e alla continuità didattica”.