
I finanzieri della Brigata di Maratea, nell’ambito delle attività indirizzate alla ricerca e repressione delle frodi in danno del bilancio nazionale, hanno scoperto una truffa nel settore dell’indebita percezione di prestazioni previdenziali e assistenziali correlate all’agricoltura. La frode, riconducibile al fenomeno dei cosiddetti falsi braccianti agricoli, è stata posta in essere grazie al ruolo svolto da una struttura turistico residenziale, gestita da una società di capitali operante in Maratea ma con sede nella capitale, la quale, negli anni, ha dichiarato falsamente all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale l’esercizio di attività agricole e il correlato impiego di specifica manodopera. Con tale espediente, la società ha fatto apparire come formalmente regolare l’assunzione a tempo determinato nel settore agricolo di propri dipendenti, mediamente quattro lavoratori per annualità per un totale di sette distinti addetti, mettendoli nelle condizioni di beneficiare indebitamente delle specifiche provvidenze previdenziali ed assistenziali erogate dall’INPS in tema di sostegno al lavoro agricolo, per un totale di 142.287,25 euro. Nel dettaglio, i Finanzieri, in stretta collaborazione con la Direzione Provinciale INPS del capoluogo di regione lucano, hanno approfondito la posizione della società appurando che il responsabile legale e l’amministratore di fatto della società avevano indicato nella “denuncia aziendale” (c.d. modello D.A.) un codice attività correlato all’esercizio di coltivazioni agricole. In merito, è da precisare che la normativa di riferimento prevede che il lavoratore agricolo possa accedere alla prestazione della disoccupazione agricola allorché abbia prestato la propria attività in maniera prevalente per un’azienda agricola, ponendo, a carico dell’imprenditore agricolo l’obbligo di dichiarare una serie di elementi, tra cui: la precisa ubicazione, denominazione ed estensione dei terreni distintamente per titolo del possesso e per singole colture praticate; l’indicazione della ditta intestata in catasto e delle partite, fogli e particelle catastali dei terreni condotti; il numero dei capi di bestiame allevati, distintamente per specie, e modalità di allevamento; le attività complementari ed accessorie connesse con l’attività agricola; il parco macchine ed ogni altra notizia utile sulle caratteristiche dell’azienda. Le indagini eseguite dalle Fiamme Gialle, corroborate da appostamenti e rilevamenti, hanno consentito di acclarare, invece, che la società in questione non disponeva di terreni agricoli e, comunque, non ha mai esercitato alcuna attività di coltivazione. Più in dettaglio, è stato accertato che alcuni terreni segnalati dalla società per le produzioni agricole sono risultati interessati dalla presenza di una lussuosa struttura alberghiera attrezzata con piscina e parchi. Nove i soggetti complessivamente denunciati dalle Fiamme Gialle di Maratea alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro che ora dovranno rispondere dell’ipotesi di reato di truffa aggravata, consumata in concorso, ai danni dello Stato.