Scuole come un ‘cantiere aperto’: miriadi di docenti in attesa di nomina

L’adozione di quella che doveva essere la Buona Scuola, si è trasformata in un calvario organizzativo, con decine di migliaia di docenti di ruolo che ancora devono essere utilizzati e assegnati agli istituti, 100mila precari, di cui 40mila di sostegno che attendono la nomina annuale e una buona parte degli insegnanti “potenziatori”, inviati dagli uffici scolastici, rivelatisi diversi da quelli chiesti delle scuole e quindi inutilizzabili. Non era mai accaduto che nel mese di ottobre la scuola pubblica fosse un ‘cantiere aperto’, con le lezioni svolte a singhiozzo, le classi continuamente smembrate e un alunno disabile su tre ancora senza insegnante specializzato o in procinto di cambiarlo.

Anche i presidi alzano la testa contro la riforma: uno su tre è chiamata a gestire più di un istituto autonomo, con punte di 21 sedi complessive per un solo capo d’istituto. “L’amministrazione centrale della scuola peggio di così non poteva fare neanche andando a caso. Quest’anno è stato fatto il peggior pasticcio in 40 anni e chi ci va di mezzo sono i nostri studenti”, ha detto pubblicamente una dirigente scolastica di Settimo Torinese in un’intervista a La Voce. “Prima c’erano i tagli e non si poteva assumere. Quest’anno, invece, lo Stato paga e gli insegnanti non ci sono – continua la preside -. L’organico di fatto non c’è. Abbiamo degli insegnanti che sono di classi di concorso che non sono utili ai posti mancanti. La cosa che mi fa rabbia e che c’è una spesa pubblica che di fatto non crea nulla. In sostanza ho docenti che non mi servono, non posso usarli neanche come tappa buchi perché non hanno delle classi di concorso funzionali. Un esempio è il corso di programmatore per cui mi servirebbe un docente della classe di concorso A042, laureato in informatica almeno, invece, ne abbiamo uno della classe A075 che può insegnare solo nel biennio”.

Anche nelle sedi gestite della preside piemontese sono da realizzare ancora diverse nomine: nell’istituto tecnico mancano, infatti, una cattedra di biologia di 17 ore, una cattedra intera di economia aziendale, la copertura di 6 ore di italiano, 15 ore di francese, un’altra sezione di 8 ore. Al liceo mancano un docente di italiano e uno di informatica. “Abbiamo già previsto dei supplenti – precisa la preside -, il problema è che non sappiamo se rimarranno. Dei 6 insegnanti di sostegno che mancano ho preferito non mettere nessuno. Non posso permettere che ragazzi con problemi si ritrovino a cambiare insegnante ogni mese, non gli farebbe bene. Senza contare che alcuni docenti provenienti da altre Regioni si definiscono “Deportati” dal Sud al Nord. E i docenti del Piemonte hanno tutti l’assegnazione alle scuole con Legge 104. Questo rischia di creare un turnover di insegnanti durante tutto l’anno. Non si capisce bene come abbia funzionato quest’algoritmo. Non tenendo conto in primis il diritto degli alunni. La scuola dovrebbe funzionare bene per loro”.

Anche la dirigente scolastica ha dovuto allestire classi “pollaio”, perché non sono state assegnate alla sua scuola le classi richieste e, per tale ragione, la preside si è così ritrovata a dover accorpare delle classi realizzando due quarte e due classi seconde, composte ora da 30 alunni ciascuna. “Abbiamo stabilito alcune ore per riallineare i programmi delle classi e del volontariato da parte dei docenti – dice ancora la dirigente -. In due di queste classi, inoltre, è presente un ragazzo disabile. La norma di legge stabilisce che i portatori di handicap possono stare solo in classi da 20 alunni. Mi vergogno nei confronti dell’utenza e anche dei tanti docenti. Il problema è che con un’amministrazione centrale della scuola italiana così non sappiamo più come fare”, conclude la dirigente scolastica.

A Viale Trastevere continuano a minimizzare e a tenere la testa nella sabbia: i presidi, così, rimangono soli a gestire situazioni impossibili. E’ il caso del dirigente scolastico del liceo scientifico Cassini di Genova, dove le tre cattedre vacanti di matematica, in attesa dei supplenti da fuori provincia che non arrivano, sono state affidate agli insegnanti di musica del potenziamento. “La carenza di docenti di matematica – scrive Orizzonte Scuola – non è un problema solo a Genova: si spera di poter sopperire alle vacanze con i vincitori di concorso, ma si va a rilento con le graduatorie di merito e i vincitori sono comunque pochi in tutta Italia. Le graduatorie per le convocazioni nelle scuole si esauriscono presto, quindi il nostro consiglio ai futuri professori è di mandare messe a disposizione per le supplenze”.

“Quanto sta accadendo in questi giorni nelle scuole è peggio delle nostre previsioni – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario organizzativo Cisal – perché non solo i docenti “potenziatori”, sono sempre più utilizzati come tappabuchi, anziché sui progetti e le attività aggiuntive create dagli istituti per migliorare l’offerta formativa ma, ora, si scopre che tali insegnanti sono spesso utilizzati per discipline per le quali non solo non solo abilitati ma, persino, neppure in possesso del titolo di studio, come invece prevede la legge. Siamo sempre più convinti che il Miur è vittima dei suoi errori: come quello di impedire per anni il passaggio degli abilitati Pas, Tfa, Sfp e all’estero dopo il 2011 nelle graduatorie ad esaurimento, salvo doversi piegare proprio in questi giorni alle ordinanze emesse dal Tar del Lazio, secondo cui andavano messi a ‘pettine’ nelle graduatorie attinenti alle specifiche classi di concorso. Anche questo determinerà ulteriori stravolgimenti e rallentamenti nelle operazioni”.

“Ora, l’Esecutivo sembra aver aperto gli occhi, facendo intendere che bisogna trovare una soluzione per gli abilitati di seconda fascia d’istituto, ma ormai per quest’anno la frittata è fatta. A completarla vi sono, poi, tanti docenti trasferiti su ambiti sbagliati, la cui richiesta di conciliazione fatta al Miur è andata a buon fine ma che, ancora oggi, rimangono nel limbo, appoggiati su sedi provvisorie senza classi assegnate. Nel frattempo, nelle scuole stanno arrivando anche i primi docenti che hanno fatto ricorso al giudice del lavoro, che ha deciso per il ritorno d’ufficio sulla provincia di appartenenza, per via degli errori dell’algoritmo impazzito del Miur contro il quale anche noi abbiamo fatto ricorso”.