Deutsche Bank, Deutsche Bundesbank e Weidmann

Ieri il titolo di Deutsche Bank (da non confondersi con la Deutsche Bundesbank) è diminuito dell’7,3%. Poca cosa direbbero in molti, considerati i crolli azionari del nostro Monte de’ Paschi (detto ironicamente Monte de’ Fiaschi), ma il titolo della banca tedesca ad agosto dello scorso anno valeva 30 euro e oggi 10,5 euro, è diminuito del 45% da inizio anno, perdipiù ha realizzato una perdita di 6,7 miliardi nel 2015, ha 31 miliardi di derivati incorporati nei titoli tossici, è stata multata dalle autorita’ statunitensi per ben 14 miliardi di dollari per i titoli tossici (ancora!) legati ai mutui e ha pagato 3,5 miliardi di euro per lo scandalo sui tassi di riferimento Euribor e Libor. Nonostante tutto questo, il presidente della Deutsche Bundesbank, la banca federale tedesca (l’equivalente della Banca d’Italia), Jens Weidmann, critica le nostre riforme e la legge di stabilità. Ora, si immagini che il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, giudichi le attività del governo tedesco. Non è pensabile. Eppure, Weidman, che è presidente della banca federale tedesca dal 2011, con i risultati di cui sopra, lo fa, forse pensa di essere un Commissario europeo, ma non lo è. Fare bene, e solo, il proprio mestiere sembra difficile anche nel rigoroso Stato teutonico.
Abbiamo inviato questa nota all’ambasciatore tedesca Susanne Marianne Wasum-Rainer, affinchè faccia presente al proprio Governo che il compito di Weidmann e’ quello di controllare le banche del suo Paese, se ci riesce.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc