Ancora oggi moltissimi uomini, donne, bambini, lasciano la propria terra nella speranza di fuggire guerra, persecuzioni, malattie, carestie, cercando di raggiungere un luogo dove costruire il proprio futuro. A partire da Roma, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, sono ormai oltre 30 le veglie che si svolgeranno in Italia giovedì 23 giugno. È una memoria comune che si fa sempre più larga e unisce un paese, l’Italia, che per primo in Europa ha aperto la strada dei corridoi umanitari. Con questo il progetto pilota, realizzato da Comunità di Sant’Egidio, Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, d’intesa col governo italiano, sono già arrivati dal Libano nel nostro Paese, in tutta sicurezza, 280 rifugiati, in larga parte siriani. Un’alternativa ai viaggi della morte è quindi possibile: i corridoi umanitari, che coniugano solidarietà e sicurezza, devono essere presto adottati da altri Stati europei.
Durante le preghiere “Morire di Speranza” saranno letti i nomi e le storie di quanti sono morti nel tentativo di raggiungere il nostro continente. Un’invocazione perché nasca una cultura di accoglienza e cessino le tragedie nel Mediterraneo.
