STUDENTI ED ESPERTI A CONFRONTO SUI FALSI MITI SUI VACCINI

Tanti vaccini in un’unica somministrazione sono dannosi? Troppi vaccini possono sopraffare e indebolire il sistema immunitario soprattutto nei bambini più piccoli? I vaccini contengono ingredienti e additivi pericolosi? Causano l’autismo? Producono effetti collaterali gravi anche a distanza di anni? Sono solo alcuni dei “falsi miti” sui vaccini rispettoai quali studenti ed esperti si confrontano oggi alla Camera dei Deputati nel talk show dal titolo “A scuola di vaccini”. L’evento è promosso dalla Società Italiana di Pediatria nell’ambito degli Stati Generali della Pediatria che si celebrano oggi in occasione della Giornata Mondiale dei Bambino e dell’Adolescente. Alla presenza del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e del Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione Davide Faraone, una platea di adolescenti di età compresa tra i 13 e i 16 anni interroga pediatri, igienisti, ed infettivologi in un dibattito che ha come “leitmotiv” dodici falsimiti sui vaccini. Gli esperti sono chiamati a sfatarli, sollecitati dalle domande gli studenti. Un’iniziativa voluta dalla Società Italiana di Pediatria per contribuire a promuovere una più corretta informazione tra le giovani generazioni, sfatando le false credenze che sono all’origine del drammatico calo delle vaccinazioni registrate nel nostro Paese. Ma gli adolescenti cosa pensano dei vaccini? L’Indagine SIP “Abitudini e stili di vita degli adolescenti” condotta sugli studenti delle terze medie, rivela che la maggioranza dei teenager italiani, pur essendo abbastanza preparata sull’argomento e pur avendo un’opinione positiva sulle vaccinazioni, non conosce la propria storia vaccinale.
Alla domanda “Secondo te acosa servono i vaccini?” la maggioranza del campione risponde correttamente: il 71,5% dice “a non far venire le malattie”, il 19,2% “a far venire le malattie meno gravemente”, solo il 3% non sa, mentre un5,4% crede che servano a curare le malattie. Circa 7 adolescenti su 10 ritengonoche vaccinarsi sia importante e che tutti dovrebbero farlo,il 18,2% ritiene che le vaccinazioni vanno fatte solo per le malattie importanti, soltanto il 2% le ritiene inutili, altrettanto esigua è la percentuale di chi le ritiene pericolose, mentre il 7,5 non sa, non ne ha mai parlato con un adulto.
Tuttavia la maggioranza del campione non sa quali vaccinazioni ha fatto, come confermano le risposte alla domanda “Ricordi se hai fatto la vaccinazione contro una di queste malattie?”. Circa 7 adolescenti su 10 non ricordanose hanno fatto il vaccinoper la difterite (68,5%),quasi altrettanto elevata la percentuale di chi non sa se ha fatto quello per la polio (61,4%) o per la pertosse (60,7%). E se è comprensibile che la maggioranza dei ragazzi non abbia memoria di vaccini fatti da neonati, colpisce che il 40% non sappia se ha fatto l’antitetanica, e che oltre la metà delle tredicenni non ricordi se ha fatto quella contro il Papilloma virus che viene somministrata all’età del campione della ricerca.
“Questo è il sintomo che stiamo perdendo la memoria di alcune malattie infettive, come la polio o la difterite, che in passato hanno fatto migliaia di morti e che oggi sono scomparse grazie alle vaccinazioni di massa,”commenta il Presidente della SIP Giovanni Corsello.“Il rovescio della medagliaè credere che i vaccini non sianopiù utili:questo è uno dei più comuni e pericolosi falsi miti da sfatare. Basta guardare a Paesi come la Siria dove a causa della guerra sono state sospese le vaccinazioni e stanno riemergendo malattie come la poliomelite. Investire sulla conoscenza, a partire dai giovanissimi, può rivelarsi un approccio vincente per contrastare in maniera efficace la cattiva informazioneche sta facendo dannianche in Europa e in Italia. Stiamo vedendo casi di neonati e bambini che muoiono per malattie come difterite e pertosse che erano scomparse e che stanno riemergendo a causa del calo delle vaccinazioni”.
In quest’ottica la SIP promuoverà nell’anno 2016 unaCampagna di comunicazione nelle scuole che punterà a rendere gli studenti“ambasciatori” del messaggio positivo sulle vaccinazioni promosso dalla campagna. Il progetto prevede infatti il lancio di una “call to action” rivolta agli studenti e volta a premiare i migliori lavori sul tema: “Il valore del vaccini”.